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domenica 25 settembre 2011

Odette

di Rosalba

Odette non conosceva l'amore e passeggiava sul naviglio mentre le voci chiassose dei canottieri ridevano forte e signorine eleganti sfilavano impertinenti dando sfoggio di se'. Lei odorava l'amore, lo percepiva, ma ne era ancora distante, pure il suo corpo di adolescente gridava messaggi disperati alla vista di quei maschi imbellettati e in cerca di preda.

domenica 3 luglio 2011

Il tepore della tenda


Abitava una vecchia casa con terrazze di cemento, disposte su più livelli che comunicavano tra loro a gradoni. Abitazioni d'altri tempi, dove i confini sembravano indefiniti. Io, invece, vivevo una vecchia soffitta mansardata a non più di sette metri e potevo vedere la terrazza dall'alto della palazzina che mi si offriva attraverso due porte finestre ampie e generose, stralci di vita e vissuto domestico del mio vicino. Lui, la mia ossessione, lui il mio chiodo fisso, lui che quando arrivò mi avvolse del suo fascino e del suo magnetismo non appena si presentò, mentre mi stringeva sorridente la mano. Gli occhi grigi e profondi mi spogliarono e subito mi sentii attratta.

sabato 14 maggio 2011

Caffè corretto

di AnimaInfuocata

Erano settimane che ormai parlavamo in chat, mi hai chiesto il mio cellulare ed io insicura non sapevo se fidarmi o no ma alla fine te l’ho dato, mi hai chiamata con voce sensuale e dolce mi hai chiesto ci vediamo per un caffè? Ok, ci sto. Quando? Anche oggi.

martedì 3 maggio 2011

Incontro al parco




di AnimaInfuocata

Mi stuzzicavi, ridendo e scherzando, mi prendevi in giro dicendomi non hai il coraggio di incontrarmi. Invece un giorno ti ho preso alla sprovvista e ti ho detto oggi alle 16 in piazza.
Quando arrivo ti vedo. Sei come ti immaginavo, sguardo birichino, sorriso sornione, ci sediamo in una panchina e chiacchieriamo. Vedo il tuo sguardo farsi cupo, gli occhi brillare, ti chiedo che ti succede e tu timidamente mi dici che non immaginavi così il nostro incontro, non pensavi che io ti sarei piaciuta così tanto, che guardarmi le labbra e pensare di baciarle fosse un tutt’uno. 
Ti sorrido arrossendo. Anche io rispondo, ti avvicini baciandomi piano per poi farti più pressante e voglioso insinuando la tua lingua a stuzzicare la mia, le tue mani mi toccano, cerco di allontanarli ma… la voglia prende anche me. 
La mente non ragiona e non pensa al luogo dove siamo. Ha voglia di te, della tua bocca e delle tue mani, ti metti cavalcioni su di me come due innamorati, continui a baciarmi e toccarmi, non resisto ti tocco apro i la cerniera dei tuoi pantaloni, infilo la mano. Sento che sei già umido, il tuo pene è gonfio e duro. Lo prendo in bocca, succhiandolo avidamente. Sento che si indurisce. Mi allontani dicendomi no, voglio prima far godere te. Cambiamo posizione e mi ritrovo su di te (meno male ho la gonna larga) con la mano sposti le mutande toccandomi la figa che già sbrodola vogliosamente, stuzzichi il clitoride accarezzandolo infili le tue dita dentro facendoti spazio… mi sembra di impazzire godo, mi sento una troia al pensiero di essere in un giardino anche se ben nascosti, potrebbero vederci, ma non mi importa ho troppa voglia, con rapidi movimenti tiro fuori il tuo cazzo accarezzandolo e me lo infilo dentro… mmmm meraviglioso, mi sento “piena”. Dai colpi forti intanto che mi muovo sopra, siamo all’estremo, stiamo godendo, i nostri sensi sono impazziti, siamo al punto del non ritorno… urlo, godo e tu spingi più forte fino in fondo esplodendo dentro… incontro meraviglioso di persone vogliose che vogliono godere dei piaceri della vita.




mercoledì 27 aprile 2011

Incontri di chat

di  AnimaInfuocata

Erano giorni che parlavamo in chat, poi mi hai chiesto ti và di sentirci al cellulare? Ok dico, quando rispondo sento una voce calda e sensuale che mette i brividi, abbiamo chiacchierato tranquillamente come se ci conoscessimo davvero, all’improvviso mi chiedi cosa fai oggi pomeriggio? Nulla rispondo, ti và di incontrarci per un caffè e due chiacchiere dal vivo? Sì, mi và. Abbiamo stabilito il luogo e l’ora, sono agitata finalmente ti vedo davvero oltre che in foto, posso vedere i tuoi occhi e il tuo sorriso.
Arrivo nel luogo dell’incontro e… scendi dalla macchina, sei oltre le mie aspettative, sguardo dolce e sorriso accattivante, dopo i convenevoli decidiamo anziché andare al bar di restare in macchina tranquilli a chiacchierare, mi racconti di te, io di me, i nostri sogni e desideri anche quelli nascosti, e parlando scatta qualcosa, ci guardiamo e le nostre bocche si avvicinano, prima timidamente poi con voglia di esplorarci, dico: meno male che siamo seduti in macchina ho le gambe che tremano di eccitazione, ritorni a baciarmi esplorando la mia bocca avidamente poi le tue mani cercano il mio corpo, toccano il mio seno e lo denudano, ho i capezzoli turgidi tu scendi a prenderli in bocca e succhiarli, gemo sento esplodere una miriade di sensazioni meravigliose, la tua mano scende a sollevare la gonna, cerca il mio sesso, sposta il minuscolo slip e lo accarezza, spinge un dito dentro alla ricerca del clitoride io non resisto sono un lago, gemo e sento che sto per godere… non capisco più nulla ti urlo ancora spingi di più che godo. Devo dire che sei bravo ma ora voglio assaggiare te, apro i pantaloni e accarezzo il tuo membro da sopra gli slip poi lentamente lo tiro fuori, grosso e turgido, ha la punta rossa e umida, scendo con la bocca a baciarlo…leccarlo poi lo infilo in bocca avida del tuo sesso, sento che diventa sempre più grosso e duro ma non vuoi ancora godere, vuoi prendermi anche se siamo in macchina (meno male hai vetri scuri) siamo sul sedile dietro tolgo gli slip e tiro su la gonna mettendomi sopra di te…finalmente ti sento dentro di me, intanto che mi muovo piano piano tu mi succhi i capezzoli….impazzisco, sbrodolo….sento che un altro orgasmo arriva ed esplodo sopra di te, mi dici che ti faccio impazzire per come godo, ora vuoi venire tu ma in bocca, scendo a prenderlo e succhiarlo, lo infilo tutto in bocca, bastano poche leccate e…mi schizzi in bocca, continuo a leccarlo intanto che ingoio, poi mi tiro su e…mi baci, sei la mia donna, la donna che sognavo…

© 2011 by AnimaInfuocata

sabato 23 aprile 2011

Estasi

Pelle a pelle, io e te, nudi ci specchiamo
facendo un corpo unico, mentre ci amiamo.
I miei occhi nei tuoi occhi, disegnano emozioni
mentre i tuoi, nei miei, regalano canzoni.

Le dita che sfiorano la pelle... fragranza,
la mente che circonda te... eleganza.
Rumori, suoni, piccole melodie lontane
titillano la già soave sensazione che emane.

Il tuo seno contro il mio petto in un abbraccio
che stringe il mio cuore al tuo, senza laccio.
Gambe avvinghiate, attorcigliate fra loro,
rotolando spensierate, sembrano petali d'oro.

Pelle a pelle, labbra su labbra, sesso nel sesso
io mi insinuo dentro di te, bramoso di me stesso
mentre, avido del tuo corpo, bevo gocce di te
assaporo la tua estasi e mi nutro di stille fatte per me.

Adesso, adesso tutto di te implode
freneticamente poi tutto di te esplode
nell'agonia più bella e maestosa,
ti trasformi, con me, nella più bella sposa.


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giovedì 21 aprile 2011

Metrò

di AnimaInfuocata

Giornata di caldo, sono in minigonna e tacchi alti, non ho messo il reggiseno solo un piccolo perizoma, stò aspettando la metro che arriva piena, stracolma, salgo mi accalco in un angolo, accanto ci sei tu che mi guardi e con un sorriso come a scusarti del caos, spingo, spingono e tu sei quasi incollato a me senti il mio seno diventare turgido i capezzoli eretti e inizi a sudare... piano una mano tua sale e... tocca il mio seno mi scappa un lamento, i tuoi occhi diventano sfavillanti la tua mano rifà il tragitto inverso ritoccando i capezzoli e soffermandosi li stuzzichi mi agito vogliosa, mi passo la lingua sulle labbra, tu sembri impazzito e con la mano scendi..scendi fino ad arrivare all'orlo della gonna e la tiri sù... mi tocchi piano a tastare la situazione..vedi che non mi tiro indietro e infili un dito dentro me l'accarezzi piano... fremo, gemo... stò sbrodolando ho una voglia matta di essere posseduta, avvicino la mia bocca alla tua e con una mano tocco la tua patta... lo sento già rigido voglioso palpitante, apro piano la cerniera e lo tiro fuori, lo accarezzo lo meno piano quando è pronto sulle tue labbra ti dico scendo a succhiartelo coprimi...arrivo con la mia bocca lo ingoio fino in fondo... mmmm mi riempie la bocca lo succio avida ma non paga...torno sù e ti sussuro lo voglio in figa....prendimi...riempila tutta col tuo cazzo...ecco lo sento con una spinta di reni entri in me ahhhh che voglia lo sento si apre un varco fin dentro l'anima 
ogni sballottamento del metro tu entri più dentro è una goduria dei sensi..l'eccitazione di essere in mezzo a tutta la gente...le spinte del metro, sento che stò per esplodere, sulla mia bocca mi sussuri che stai per schizzare... ancora poche mosse ti dico e godo anche io, voglio venire insieme a te... sentirmi la figa piena del tuo sperma che cola e tu che lo raccogli con una mano per poi fartela leccare...

© 2011 by AnimaInfuocata

domenica 17 aprile 2011

Animale per te

Sono lì, proprio di fronte a te mentre tremano le tue gambe nel sentirti spogliare da me, mentre ti senti sovrastare da quel tipo di emozione che solo una forte eccitazione può dare e che soltanto il grande Amore della tua vita te la fa provocare!
Adesso, completamente libera dal tuo involucro, osservi estasiata mentre avvicino il mio volto al tuo sesso come un lupo affamato e ti senti divorata dalla mia voluttà che diventa anche la tua.
Spasmi intensi pervadono il tuo corpo che, istintivamente e volontariamente, si contrae per poi protrarsi verso di me invitandomi ad insistere e ad essere uomo con te.
Ah, la tua bocca!
Ah, la tua mano!
Così mi dici mentre io amo il tuo sesso, divorandolo.
Così ti esprimi mentre sprofondo con essa fino a toccarti il fondo, riempiendolo.

venerdì 15 aprile 2011

Tra sogno e realtà


Il silenzio è quasi assoluto, 

sono nudo nel'oscurità della notte, in piedi sulla soglia di una stanza..., dietro di me un lunghissimo corridoio di cui non vedo la fine su cui si affacciano altre decine di porte chiuse...
Faccio qualche passo all'interno della camera, il mio corpo è percorso da un brivido di freddo, le venature del parquet caldo sotto i miei piedi emettono qualche scricchiolio mentre sento un lieve respiro che proviene dal centro del letto quasi di fronte a me...

Lo vedo al centro della stanza in penombra, è un ampio letto a baldacchino, poco più a lato un piccolo secretaire con di fronte una poltroncina..., uno specchio alla mia destra mi rimanda l'immagine di una porta finestra in cui si riflette la luce argentata della luna, unica fonte di luce nel buio della notte...

La stanza è molto ampia, i miei occhi ora riescono a distinguere alcuni particolari, il soffitto a cassettoni è decorato da preziosi stucchi dorati con dei piccoli putti che sembrano guardare curiosi quello succede sotto di loro. Appesi alle pareti della stanza degli arazzi in seta che nonostante la fioca luce, mi appaiono con colori sgargianti, raffigurano scene di caccia e di vita a corte, nobili e damigelle passeggiano in un ampio parco alla francese, tra numerosi piccoli canali, cascate, statue e fontane...

Mi avvicino a piccoli passi, mi siedo sul bordo alto del letto, dorate coperte damascate e leggere lenzuola di lino ricamate sono arrotolate ai suoi piedi, Tu sei sdraiata nel centro del letto in posizione prona, sento il tuo respiro regolare, la debole luce rischiara il tuo corpo completamente nudo, la tua pelle bianchissima, i tuoi capelli sparsi sul cuscino.

Resto così a guardarti, a sentirti respirare leggera per molto tempo, poi quasi a voler avere la certezza della realtà, allungo un mano verso di te..., con la punta delle dita seguo il chiaroscuro che la luce della luna disegna sul tuo corpo, la delicatezza del collo, le piccole due sporgenze delle scapole, la schiena levigata, quelle due piccole fossette che ti si formano appena sopra il sedere quando sei in quella posizione..., le piccole profondità dietro le tue ginocchia...

Sento crescere in me nuovamente l'eccitazione ma ho deciso di non svegliarti, è molto tardi, tra poche ore la luce del sole entrerà da quella finestra, mi sdraio accanto a te rimanendo su un fianco per poter continuare a guardarti, tu ti muovi appena mentre giri la testa verso di me, nella penombra distinguo le tue labbra e quel tuo malizioso ed enigmatico sorriso. Non resisto, mi avvicino lentamente per poterti baciare ancora una volta, un ultimo bacio leggero sulle tue labbra appena dischiuse.
Appena poso le mie labbra sulle tue, sento la punta della tua lingua che cerca la mia bocca, ti giri e ti stringi contro il mio corpo, mentre ancora tieni gli occhi chiusi.
Dio come sei calda..., ora ci stiamo baciando nuovamente con passione, tu sollevi una gamba e la fai passare sopra il mio corpo per stringerti ancora più forte a me, come se avessi paura di perdermi.

Con una piccola pressione del tuo corpo mi spingi sul letto, supino, le mie gambe sono leggermente divaricate e tu sei distesa completamente sopra di me, trattieni le mie braccia aperte con le tue mani ai lati del cuscino, avvicini la tua bocca contro la mia, mentre massaggi il mio corpo con il tuo muovendoti su e giù con dei brevi lenti e calcolati movimenti per far crescere la mia e la tua eccitazione...
A pochi centimetri dalla mia bocca, allontani la testa..., cerco di rincorrerti ma tu mi blocchi mentre mi guardi sorridendo maliziosa, potrei facilmente avere ragione della tua esile forza, ma rimango soggiogato da questo stuzzicante gioco di attacchi e difesa e intanto aspetto la tua prossima mossa.

Liberi le mie braccia, ora mi accarezzi il petto i fianchi, la tua lingua disegna dei piccoli cerchi intorno e sopra i miei capezzoli, poi sento la tua testa e i tuoi capelli scivolare lentamente verso il basso, le tue mani mi afferrano i fianchi con forza mentre la tua bocca lentamente fa scivolare il mio sesso dentro di sè, sei brava, fai crescere la mia eccitazione facendo scorrere la lingua sulla mia asta prima di inghiottirla lentamente e sempre più in profondità, senza fretta, per un tempo che mi pare infinito...
Ora ti siedi a cavalcioni sopra di me allargando le gambe e strofinando il tuo sesso aperto e umido contro il mio, ti chini offrendomi i tuoi seni da baciare e da mordere, sto impazzendo, voglio sentire il tuo sapore, ti afferro il sedere con le mani e ti sollevo per farti sedere sulla mia bocca, la mia lingua ti cerca, ti bacia ti succhia, ti morde, mentre con le mani ti afferro le natiche e ti spingo con forza verso il mio viso.

Ti sento accelerare il respiro, mentre inarchi la schiena all'indietro appoggiando le tue mani aperte sulle mie cosce, muovi il bacino per cercare più in profondità la mia lingua, un piccolo grido mi avverte che stai per venire, quasi di scatto ti sollevi e afferrando il mio sesso con un mano ti ci siedi sopra per averlo dentro di te..., allarghi le gambe per poterlo sentire dentro sino in fondo poi muovi lentamente il bacino strofinandoti e premendolo contro il mio, mentre sento arrivare il tuo piacere con le contrazioni del tuo sesso e delle tue gambe che si chiudono ritmicamente e mi stringono forte i fianchi...
E' una sensazione di calore incredibile accompagnata da una sciabolata di luce bianca quella che mi avvolge..., mentre sopraggiunge dopo qualche minuto anche il mio piacere...

Apro gli occhi, mentre sono ancora dentro di te, sei sdraiata abbandonata sul mio corpo, sento il profumo dei tuoi capelli, nell'arazzo di fronte a noi delle eleganti dame passeggiano con i loro ombrellini aperti per ripararsi dal sole vicino a grandi piscine dalle forme strane mentre alcuni levrieri corrono loro incontro...
Una di queste vasche attira la mia attenzione è a forma di quadrifoglio, al centro un gruppo di statue raffiguranti delle sirene sono raggruppate sotto la figura torreggiante del dio Nettuno...

Ora ho capito, dove sono...,
il sogno si interrompe bruscamente lasciandomi ancora una volta intontito ed eccitato, sono tornato indietro nel tempo..., in quella reggia La piccola Versailles appartenuta sino a poco tempo fa ad alcuni miei parenti e di cui tanto ho letto dopo aver sentito da bambino i racconti sulla vita di corte della spregiudicata Carlotta..., delle immense ricchezze ormai perdute per sempre, di quei luoghi dove da bambino con i miei cugini passavo i pomeriggi a giocare tra le maestose rovine delle scuderie, tra le vasche ormai in rovina delle numerose fontane...,

...all'ombra rassicurante del secolare grande cedro del libano...,

...unico muto testimone di un mondo...,
...che non tornerà mai più...

Blanchet


giovedì 7 aprile 2011

Una sera come tante (ma diversa dalle altre)

Sì, ti conobbi una sera come tante, ma diversa dalle altre, diversa perché io non ero lo stesso di sempre, così solitamente chiuso in me stesso e sempre dentro alle mie problematiche.
Non ti conoscevo ma già sapevo tutto di te e la stessa cosa valeva per te nei miei confronti; entrambi belli dentro, entrambi curiosi ed eccitati da quell'incontro!
Ci scrutammo a lungo, tu accennasti un bacio furtivo che non risposi, mentre i nostri io erano già in subbuglio, una confusione ci stava pervadendo, stava insinuando dentro le nostre personalità, ma tutto servì per rompere il ghiaccio.
Seguirono giorni di studio, fra di noi, ma qualcosa di meraviglioso stava comunque nascendo e crescendo; tutto si susseguiva in un percorso mai seguito prima, mai provato dentro e fuori.
La nostra confidenza aumentava come la nostra intimità, i primi baci, i primi sussulti, il primo contatto più profondo, profondo come il sublime!
Amore, sensualità, eroticità, tutto faceva sì da sentirsi uniti e unici; tutto ci faceva emozionare come due ragazzini; scambi di immagini particolari, di visualizzazioni scabrose ma eccitantissime; scambi di fluidi corporei e di empatia.

Mi dicevi sempre che nessuno prima di me ti aveva "presa" così tanto come me e che, sicuramente, nessun'altro ci sarebbe stato dopo di me, di questa intensità fisica e mentale; io non ho saputo reggere tutto questo grande ed immenso Amore, mi sono fatto schiacciare fino al punto di sentirne così tanto il peso da doverlo amaramente accantonare e forse era come ragionavi tu, che tu mi amavi più di quanto ti amassi io, forse era un tipo di amore percepito e vissuto in maniera diversa, almeno questo ho sempre creduto, fatto stà che adesso ognuno ha preso strade diverse: io verso un'altro Amore, spero quello definitivo, tu... tu verso quel "nessun'altro" che ci sarebbe stato dpo di me!

mercoledì 6 aprile 2011

Tra le nuvole



Sono salito sul volo AZ 438 e già sono annoiato a morte. Il tempo è sul piovoso, quel piovoso rompiballe, che mi mette sempre addosso una profonda tristezza. Saranno non più di cinquanta i passeggeri sull’aereo. Tutta gente scialba, inutile, che chissà poi perché si reca a Milano. Io ci son costretto, porca miseria, ci son costretto, cavolo! Ne ho le balle piene di questo mio continuo viaggiare a cinquant’anni, meglio dire a cinquantatrè. Mi giro gridando nel mio intimo: “E dai su partiamo, per la miseria!” Una donna sui trentacinque, mi guarda a un quattro metri da me. “Finalmente un’umana su questo stupido volo, pieno di robot!... 
Che mattinata da incubo! Un traffico pazzesco ed io, come al solito, sempre in ritardo. Per la fretta ho infilato questo abito di maglina che mi sta appiccicato come un guanto alla pelle. Per giunta noto che sale ad ogni movimento e diventa sempre più corto. Ho fatto una sudata, il ritardo è una mia prerogativa, chissà il mio viso in che stato sarà ed il trucco, sicuramente è sbavato. Questa giornata uggiosa, c’entra come il cavolo a merenda. Meno male che sono arrivata giusto un secondo prima del ritiro della scaletta. Non ho dimenticato nulla, i documenti, il trool, la borsa, si tutto è a posto. Non vedo l'ora di sprofondare nella mia poltrona numero 17, cavolo che sfiga! Che sia, almeno, dalla parte dell’oblò. Uffa, non lo è. Spero di riuscire a farmi cedere il posto da quel tizio dall'aria annoiata, quello che siede vicino al vetro. "Scusi, non è che cambierebbe il posto col mio?" "Lo vuole per il numero o per guardare come il muso dell’aereo penetra tra le nuvole?" 
"Faccia lei"."Va bene"."Grazie, veramente gentile". Sistemate le mie cose, mi siedo e finalmente posso rilassarmi… 
Entrambi ci osserviamo cercando di darci un contegno Lei è di una bellezza particolare e ne sono alquanto turbato, guardo il viso impertinente e grazioso, ma la vista delle sue gambe mi distrae inevitabilmente, qualcosa di impercettibile traspira dalla sua persona, quel qualcosa che parla alla mia mente, sono le sue gambe a prevalere nel mio intimo, le donerei la fascia di vincitrice del mio concorso personale di miss gambe!..... 
Il vicino di poltrona, si rilassa chiudendo gli occhi ed io, per istinto, lo osservo. Però, niente male, affascinante, con i suoi capelli brizzolati, avrà un cinquant'anni e se li porta proprio bene. Mi sono sempre piaciuti gli uomini maturi, li trovo più sicuri, con un pizzico di esperienza in più. Sanno alla perfezione, sia come, che dove toccare una donna, per riuscire a dominarla e farla impazzire di piacere. Ho avuto degli amanti ed alcuni maturi e di loro non mi posso proprio lamentare. Ora lo stuzzico un poco, dato che siamo vicinissimi, vediamo se riesco a provocarlo… 
Io pregusto già quella piacevole vicinanza che spezza la monotonia del lungo viaggio, l’odore gradevole della sua persona, il profumo.La spio con la coda dell’occhio. E’ compiaciuta della mia gentilezza ed ho avvertito che non le sono indifferente. Poi, quell’abitino di maglia che sale impertinente sempre più su. Lei, poi, che non si preoccupa, affatto, di lisciarlo verso il basso e mi offre la vista stupenda di due cosce superbe. Osservo mentre una pulsazione mi arriva dal basso, quel tipico flusso del sangue al mio sesso. E se mi lasciassi andare? Se diventassi lascivo?... 
Mi metto più comoda che posso, abbasso anche lo schienale, accavallo le gambe e, cavolo, il vestito sale spudoratamente. Ho le cosce completamente scoperte. Spio i suoi sguardi ammiccanti, ma non tiro giù il vestito, lo lascio così. Vorrei provocare, ma sono io ad essere provocata. In ogni suo sguardo leggo desiderio che mi eccita da morire. Ho il cuore che va a mille e la mia mente viaggia. Mi sta guardando in viso, ha capito che ho voglia, mi passo lentamente la lingua intorno alle labbra e poi le mordicchio, lo guardo fisso negli occhi, voglio che legga quanto lo desidero, quanto sono eccitata. Non tarda a fare la sua mossa, s’ infila la mano in tasca, percorre il suo sesso con le dita, mettendo in evidenza tutta la lunghezza e la rigidità… 
Avverto la potenza di quei segnali e dei miei stimoli ma mi sento impotente, non so se essere sfacciato o no. Forse meglio scambiare due parole. Mentre mi organizzo un discorso mentalmente, la sua mano indugia salendo più su. Ma cosa fa? Arriva fino all’attaccatura del suo perizoma e non si preoccupa di me. O forse se ne preoccupa troppo, perché lei ora mi sta provocando volutamente, mi sta eccitando con sfrontatezza ed io sono eccitato, tanto che il mio sesso svetta, sfacciato, pur se nascosto sotto i miei vestiti… 
Lo divoro con gli occhi, che voglia che ho d’inginocchiarmi davanti a lui, tirarglielo fuori e iniziare a succhiarlo. E’ la cosa che amo di più, succhiare, andare su e giù con le labbra, che lo strofinano, lo stringono fino a sentire il muscolo contrarsi dal piacere, senza fermarmi. Anche se la pelle delle labbra si lacera un poco, è un piacere prenderlo in bocca tutto fino a soffocarmi. Che bello quando mi sento spingere con forza la testa, per ingoiarlo ancora di più e quando mi inonda riempiendomi la bocca, con il suo liquido caldo. Quello è il massimo per me! Godo senza essere toccata e mi bagno così tanto da sentire il mio liquido scendere giù per le cosce, come lo sto sentendo ora. Porto la mano sul mio fiore nero e riccioluto. Lo guardo negli occhi, lui mi guarda ed io gli dico in un sussurro:”Oraaa”. Vengo farfugliando frasi senza senso mentre lo guardo in profondità, fino a raggiungere la sua anima. In questo momento viaggio dentro di lui, percorro le sue emozioni… 
Penso alla mano appoggiata lì sul clitoride e rivedo quell' immagine davanti agli occhi. Ho voglia di lei, lei che mi si offre indecentemente, che si sta toccando, muovendo ritmicamente la mano. Sospira, chiude gli occhi, poi li riapre e mi fissa con uno sguardo strano, trasognato. Io mi guardo intorno, ma per me non esiste più nessuno, su questo volo bastardo. Solo le nuvole ci sfrecciano davanti e la punta d’acciaio dell’aereo simile ad una verga le squarcia e loro gli si offrono sfrontate, complici e bianche spettatrici, par che sorridono della nostra lascivia. Con la mano infilata in tasca, impugno il mio sesso, vertiginosamente eretto ed ha inizio una danza ritmata. Lei ora sta sussurrando qualcosa, sento che mi dice piano: ”Oraaa “. Oddio, ma sta venendo, gode ed io godo con lei. Come un folle, all’ultimo respiro del mio piacere, le afferro la mano e l’ appoggio con forza sul mio pantalone per regalarle le contrazioni e l’esplosione del mio piacere. Il rombo del reattore, il cielo, l’odore dei nostri umori, le sue cosce bagnate, le nuvole, stanche di questo gioco d’amore intrapreso con la fusoliera, il mio boxer fradicio e la bella Ingrid, l’hostess che ci sorride avvicinandosi, sono le cose migliori di questo inutile viaggio. Non è per caso, che Ingrid voglia partecipare al nostro gioco d’amore? Se fosse così sarebbe un volo da non dimenticare ed al mio ritorno, sicuramente, da immortalare in un racconto a quattro mani! 

domenica 3 aprile 2011

Non ti voltare


Ti aspetto come sempre e mentre mi delizio sotto la doccia immagino cosa avresti fatto di me ,del mio corpo ,tu che mi ami con una fantasia e una poliedricità rara,tu che fai della mia pelle un santuario del piacere.
Sono sotto il getto dell’acqua, mollemente rilassata,le mie mani accrezzano il collo e la schiuma mi cola sulle gambe dopo aver percorso tutto di me. Sono pronta,la mia voglia e’ sintonizzata al massimo,gia’ mentre ti penso
ho segni di eccitazione evidenti, e con le mani mi insapono tra le gambe con insistenza ,pensando a te…
quando ti avrei aperto la porta e avrei sentito l’impatto della tua persona del tuo corpo immenso.
I miei capelli sono lunghissimi ,tu li ami e li usi per stringermeli intorno al collo , per bendarmi gli occhi, ora sono umidi, arruffati ed io li appunto su ,esco dalla doccia, mi guardo allo specchio ,solo un telo bianco in vita drappeggiato come una matrona romana,sono una splendida Messalina! Mi metto di tre quarti e ammiro il mio lungo collo pronto all’attacco dei tuoi baci,,i miei seni turgidi e generosi che ti aspettano,che reclamano le carezze e i tuoi morsi,li afferro con le mie mani e mentre li stringo,il telo cade giu’ per terra ed io rimango nuda ,sprigionando il mio odore di profumo confermandomi la mia prorompente immagine di donna.
Il mio pelo e’ soffice e caldo ,la’ sotto io brucio, quando arrivi amore mio ?. Apro le gambe seduta su una sedia e la sensazione che avverto e’ di una sfrenata tenerezza , uno struggimento mi pervade,insieme ad una sensazione di fame d’aria...che voglia ho ora di te….Mentre ti invento e ti materializzo pregustandoti, ecco che il campanello mi annuncia che ci sei. Mi riavvolgo nel telo coprendomi solo dalla vita in giu’ e corro ad aprirti, eccomi amore sono qui.
Rimani un secondo davanti al’uscio a fissarmi, sorridi, poi chiudi con violenza la porta e mi prendi per mano, vuoi che mi sieda sulla sedia impagliata quella vecchia sedia nodosa,Io eseguo i tuoi ordini e ho un tremito dentro,quando mi parli con quel tono particolare.Mi fai sedere a gambe aperte,girata di schiena con le braccia attaccate alla spalliera
“ Lascia i capelli appuntati,voglio vedere il tuo collo” mi dici dal di dietro,e non ti voltare… I brividi mi percorrono tutta come scossa elettrica,quella sospensione,la curiosita’ mi fanno morire.Ora ti sento lentamente dietro di me. sento le tue mani che mi stringono il collo e lo piegano in basso,mentre il tuo respiro si fa forte,poi le mani percorrono la mia schiena disegnando la sagoma della mia persona dilatata sui fianchi per la posizione .,vorrei toccarti,ma tu dici che non vuoi,devo afferrare la spalliera e non voltarmi!Sto impazzendo,io ti voglio ma aspetto che tu ti decida,e mi fai aspettare morendo ogni secondo di quelle carezze .Stringo forte la sedia e inarco i miei fianchi invocandoti ,la tua mano, ora scende sotto dopo aver massacrato i miei glutei ,la sento scivolare e afferra con violenza la mia morbidezza bagnata,ho una smorfia di dolore,ma so che quando inizi ad essere duro ,sei al culmine del tuo desiderio e non mi fai attendere piu’
Sento che stai sedendoti dietro a me, ma prima arrivano le tue dita la’ dove la schiena cambia nome e mi regali una penetrazione dolce e delicata che mi fa allentare la tensione,io sono abbandonata alla spalliera della sedia e poi alla tua forza dietro di me che mi raggiunge piano piano come un ruscello che poi si ingrossa e diventa torrente impetuoso
Ora sono piena di te, e lo sono in una posizione di totale abbandono , sono inerme,passiva e sono tua…Stringo le mani,avverto ora un piacevole dolore,sei grande ora,immenso ed io ti ho dentro, mi stai entrando nelle viscere,.mi afferri il viso per guardare la mia espressione e per la prima volta ti vedo,mi mordi una guancia , poi il collo come un animale che possiede la femmina..Continui a invadermi di te e mi colpisci,mi colpisci io ho la sensazione di essere violentata ,perchè non ti vedo, non posso muovermi,solo sentirti e immaginare… La sedia scricchiola sotto la potenza del tuo corpo, io ora avverto calore e piacere misto a dolore,ma ti sento amore mio, come non ti ho mai sentito….,ora sei fermo ,respiri forte,allenti la presa,mi abbracci ,con dolcezza mi stringi i seni e anche adesso che abbiamo vissuto il piacere,tu mi sussurri nell'orecchio: "resta ancora così, non ti voltare."

Rosalba 3/4/2011

giovedì 31 marzo 2011

Il gioco...l'estasi

Era destino che si incontrassero. Ed accadde nel modo più strano e forse anche nel modo più banale, perché, quella sera, si urtarono l’un l’altro, distrattamente, all'ingresso del ristorante, dove erano a cena ognuno ad un tavolo diverso.. Costantemente sovrappensiero, era, quasi, finito tra le sue braccia e lei, alle sue scuse, aveva sorriso. Si rividero, per caso, quando entrambi si recarono a fumare, nella sala riservata. Erano soli ed ebbero modo di studiarsi con più attenzione e di scambiare qualche parola. Col passare dei minuti, entrati in confidenza, cominciò a farsi strada, in ognuno di loro, un’attrazione che diventava sempre più forte col trascorrere del tempo.. 
Per dirla tutta, loro non si sarebbero mai scelti, perché l’uno era l’opposto dell’altra Ma ecco scattare, in lui la molla del desiderio più sfrenato: le propose di finire la cena, salutare gli amici e rientrare subito a casa. Chi dei due sarebbe riuscito ad arrivare all'indirizzo dell'altro, sapendo solo il nome ed il cognome, avrebbe dominato, in una notte d’amore, l’altro. Lei aveva accettato sapendo che poiché era conosciutissima come professionista affermata, di li a poco, dando una mancia ad un cameriere, lui, sarebbe venuto a conoscenza del suo indirizzo di casa. E cosi doveva andare perché lei desiderava un suo bacio, dal primo istante che lo aveva visto e il desiderio cresceva sempre più. Sapeva che sarebbe stata solo avventura dal momento che non avrebbe mai potuto vivere una storia d'amore con uno che, in ogni città, lasciava un’amante ad aspettarlo. Lei era fatta di una pasta diversa, non avrebbe mai tradito e non avrebbe sopportato di subire l’umiliazione del tradimento. Doveva parlare con un cameriere, offrire dei soldi e ricevere in cambio un indirizzo. Non c’era altro nella sua testa che lei. Così lontana dal suo mondo, eppure così profondamente desiderata al punto da trascinarla in una caccia vertiginosa ed eccitante. Le aveva proposto la sfida, sicuro di vincerla. Quando l’aveva urtata inavvertitamente, quando se l’era ritrovata tra le braccia, non l’aveva più persa di vista per un solo istante. Ogni suo passo, ogni movimento di quei fianchi che voleva stringere e possedere, gli martellavano il cervello. Poi, nella sala fumatori, ecco arrivare la sua bocca. Non riusciva a togliersi dalla testa il modo in cui le labbra si chiudevano sulla sigaretta e come sporgevano quando espirava il fumo. Lui voleva quelle labbra. Oh si, le voleva. Ora l’istinto e il desiderio ebbero la meglio su ogni suo pensiero. Ed ecco la sfida, il gioco. Già sapeva a chi chiedere l’indirizzo e si sarebbe dovuto muovere in fretta. Da un lato il desiderio di averla al più presto e dall’altro l’attesa che lo alimentava, lo nutriva e lo snervava. Dopo circa un’ora arrivò all’indirizzo. Sapeva benissimo che lei lo avrebbe aspettato. Glielo aveva letto negli occhi. Parcheggiò e si diresse al portone. Il suo nome era all’interno diciassette. Citofonò. Sentì alzare la cornetta poi il niente. Decise di stare al gioco. Niente spiegazioni, solo un: “Bene”. La serratura scattò. Il cigolio del portone, i passi fino all’ascensore. Provò il quinto piano. Era lì. Lo capì ancor prima di guardare la targhetta. Una delle porte era accostata. Non aveva mai fatto nulla del genere. Ebbe un’esitazione, ma durò solo un secondo, perché la porta si aprì lentamente sotto la spinta della sua mano. Davanti a sé un corridoio. Le luci erano spente. Solo un bagliore proveniva dal fondo. Chiuse la porta e andò incontrò a quella fioca luce, carico di desiderio. Quello che vide esplose in lui, come fuochi d’artificio di un vigore inaspettato. Era in piedi al centro della stanza disseminata di candele. Aveva gli occhi bendati. Indossava autoreggenti, scarpe altissime, un reggiseno a balconcino e, la sua pelle. La tensione in lei era massima e riusciva a percepire ogni minima mossa, ogni respiro, sentiva persino i battiti accentuati del cuore di lui, percepiva il desiderio, simile al suo e più si avvicinava, più lei era eccitata. Era tutto un connubio, persino l'odore della sua pelle la eccitava. Il contatto leggero delle sue dita a delinearle le labbra e subito dopo le mani di lui che le stringevano il viso, fino ad unire le loro bocche in un bacio pieno di passione e di sensualità. Era solo l'inizio di un gioco intrigante, sensuale ed erotico. Lui l'abbracciò, sfiorandole il collo con le labbra, mentre la spinse vicino al letto, fino a caderci sopra entrambi, percorse ogni centimetro del suo corpo leccandolo, levigandolo con le sue labbra carnose, regalandole sensazioni e brividi unici. Lei ricambiò e con fare esperto lo denudò, arrivando ad odorare e sfiorare con le mani, la pelle nuda di lui: una voglia cieca di quel corpo, la spinse a leccarlo tutto. In ogni sua piega, passò la sua lingua e di rimando lui si soffermò a succhiare la sua vulva, aggrovigliandosi e contorcendosi di piacere, ad ogni battito d'ali. Si trovarono a succhiarsi avidamente, sempre più eccitati, assumendo la posizione erotica del 69. Vollero bere l’uno il piacere dell'altro, fino a dissetarsi e placare la smania di desiderio, che li divorava. Si baciarono, assaporando quel che rimase, nelle loro bocche, del prezioso nettare. Lui le tolse la benda, voleva guardarla negli occhi, entrarle nell'anima, per poi penetrarla e portarla all'estasi. Rimasero a guardarsi, lei stesa sopra di lui. Le mani si strinsero, mentre il silenzio dell'anima, parlò attraverso i loro occhi: Moriranno nell'esplosione del piacere, per poi ritornare in vita, appagati e nutriti, di nuova energia vitale. Invertirono la posizione dei loro corpi e non smisero di guardarsi negli occhi, lui sopra di lei e la penetrò, lentamente, con dolcezza, entrava ed usciva dalla sua vulva, che accoglieva quel sesso rigidissimo, contraendo e rilassando i muscoli vaginali, in simultanea, con l'entrata e l'uscita del sesso di lui. Tutto sincronizzato, come se fossero le anime a comandare i corpi, nei movimenti. I movimenti diventarono sempre più forti, così come i gemiti e i sospiri. Non erano più sulla terra, era troppo bello! Stavano morendo ed erano felicissimi, un piacere, che implodeva, fino ad esplodere! Urlarono prima di morire, volarono in alto e caddero morti. Fu l’estasi. Stavano per rinascere, erano tornati. Lei sapeva che lui l'avrebbe fatta volare, non capiva, da dove venissero le sue sicurezze e perchè avesse la convinzione, di aver già volato e raggiunto l'estasi, con quello sconosciuto, che più odorava e più sentiva di conoscere, ma non voleva approfondire, sapeva che entrambi si sarebbero vissuti, solo per quella notte magica, ma che a loro sarebbe sembrata, una vita intera.

lunedì 28 marzo 2011

Guardami


Esiste una linea di confine tra la percezione dell’ istinto e la ragione, una linea sottile, netta, ben visibile a tutti. Talune persone, però, non riescono a vederla, così è per me che non so cosa sia il pudore, il ritegno. Non mi sono mai posta dei freni o creato paletti al di là dei quali non potessi andare mai. Ho sempre preso ciò che ho desiderato, mi sono sempre abbeverata, a piene mani, di tutto quel che la mia mente ha desiderato. Il mio istinto sessuale è disinibito e capriccioso, perché essendo di famiglia benestante, i miei due vecchi, non mi hanno mai fatto mancare nulla. Sono bella, come un raggio di sole sulla pelle, sensuale come una gazzella, sinuosa come una vipera. Ho bisogno di risvegliare l’istinto sessuale che c’è in me. La cosa che più mi eccita è provocare ed il mio godimento cresce a seconda della risposta diretta che ci sarà. Ed è per questo che mi sedetti di fianco ad uomo anziano, su quella panchina dei giardini pubblici. Mi guardava e mi spogliava con gli occhi, In me scattò la molla crudele del mio istinto, pari a quello di una donna di strada. Il mio narcisismo, il mio esibizionismo fecero il resto dato che non avevo fatto mai sesso con un vecchio. Era un mio desiderio represso e la cosa mi eccitava, quel gioco nuovo mi spingeva ad essere sguaiata, specialmente con lui. Avevo sempre sognato di avere tra le mani il sesso di un uomo anziano. Avrei speso soldi per vedere film dove gli attori erano uomini con i capelli bianchi e mi sarei masturbata fino a rimanerne sfinita, anche in un cinema a luci rosse. A venticinque anni ero attratta da uomini di sessantacinque! Si presentò educatamente e fu molto gentile nel rispondere ad ogni mia domanda. La sua era una bellezza spenta, appassita, gli occhi
trasparenti, un tempo azzurri, s’ illuminavano quando si soffermavano sulla mia bocca. In loro vedevo il lampo, il guizzo dei suoi pensieri che era secondario alla voglia che aveva di me. Io sono bella, me lo ripetevo tutte le volte che notavo reazioni di turbamento incontrollate e così
mi eccitavo e desideravo di offrire di più. Parlavo del più e del meno mentre il mio dito giocava con lo spacco dei miei seni, offrendogli, spudorata il mio inaspettato decolté. Lui cominciava a sudare e ad agitarsi. Io stavo lanciando messaggi eloquenti, mi accarezzavo il ventre e accavallavo le gambe, facendo salire con noncuranza il bordo della gonna. Lui trasaliva e la mia voracità e la sua paura di sbagliare, mi spingevano ad osare ancora di più! Lo invitai a casa col pretesto di offrirgli un the e mostrargli dei libri dato che era un uomo colto ed amante della letteratura. Schernendosi accettò. Appena giunti a casa, non ci furono libri, the o convenevoli. Sprofondò nel divano ed io gli spalancai il mio seno nudo, sotto il naso, togliendoli il respiro. Mi tenevo i seni tra le mani porgendoli come un dono e lui respirava forte e apriva la bocca come a volermi bere, ma non osava toccarmi., stringevo forte la mia carne con le mani e mugolavo come una gatta. Ero eccitata ed il suo immobilismo mi spingeva a osare di più. Gli misi, quasi, i capezzoli in bocca e lui, estasiato, cominciò a mordere, succhiare e leccare, facendo colare la saliva sul mio stomaco. Io sfrenata in preda ad un desiderio animalesco, alzai la gonna fino al mio pube e gli offrii la vista del mio sesso selvaggio, bagnato. Presi la sua mano e la portai ad accarezzare il mio pelo elettrizzato solo per un secondo poi mi ritrassi e lo osservai. Era affannato ammutolito e la sua mano cercava timidamente qualcosa tra i suoi pantaloni. Mi pregava di posargli il mio fiore biondo come spiga di grano, sulla sua bocca e la sua voce era un rantolo. Senza più freni, mi girai di schiena e mi piegai in avanti fino a stringermi con le mani le caviglie. Implorava ed io sconcia gli regalavo la vista del mio universo bollente. Avevo brividi dappertutto, la sua disperata richiesta mi eccitava da morire, così passai la mano sul mio fiore bagnato e gliela offrii, lui me la leccò con devozione, mista a passione. A quel punto mi alzai e gli dissi: ”Voglio vederti masturbare il tuo vecchio sesso. Lui, immobile, cominciò a masturbarsi con un sorriso di beatitudine che gli solcava il viso e che distendeva quasi tutte le sue rughe. Io, seduta a cavalcioni del bracciolo del divano, mi strofinavo e godevo solo a guardarlo.
Rosalba: 28/03/2011, h. 16.15

venerdì 11 marzo 2011

Un vecchio cinema di periferia

Stufo marcio e stanco decido di entrare. Non avevo voglia di andare a casa, a sentire le solite lamentele di mia moglie, per i miei numerosi ritardi serali. Era il classico cinema di periferia e la pellicola sembrava interessante, almeno a giudicare dai cartelloni appesi all'entrata. Il film era gia iniziato e si vedeva chiaramente una coppia seminuda che si dava un gran da fare...
Non c'è quasi nessuno in sala, ma mi attira una testolina bionda di donna, che sta isolata, in fondo alla sala: "donna sola in un cinema a luci rosse? Occasione da non perdere direi !!"  Mi avvicino e mi siedo vicino a lei.  E' una meraviglia di donna, non capisco cosa ci faccia qui, ma ben venga! Due seni perfetti, sotto una maglietta attillata, tailleur nero e calze velate nere...uno sballo!!
Non so' cosa, mi aveva spinta ad entrare, in quel vecchio cinema di periferia; era un secolo che non andavo al cinema, ora entravo e per di più da sola. All'interno, non molte persone, tanti posti vuoti, due o tre coppie sparse, mi siedo quasi agli ultimi posti, davanti a me una coppia di mezz'età. Inizia il film, la coppia davanti a me' inizia a baciarsi, penso siano amanti; si toccano, si spogliano, come se niente fosse, mi sento in imbarazzo, non riesco neanche a spostarmi, devo riprendermi, mai visto tanta sfacciataggine! Mi volto verso l'entrata e vedo un uomo, che sta' entrando, carino! Si guarda intorno e viene a sedersi vicino a me; mentre gli amanti continuano tranquillamente. Li guarda e mi guarda, sorridendo, io rispondo sorridendo; ha un bellissimo sorriso, mi è passato l'imbarazzo. Ora, con lui vicino, mi sembra persino divertente, guardarli fare sesso...
Le sorrido nel semibuio, mentre sullo schermo, la coppia si da un gran da fare; con gemiti urla e chi piu ne ha, piu ne metta ! Risponde al sorriso: è molto carina anche di viso, sul tipo francesina in vacanza. Comincio a sperare !!  Non so da che parte cominciare, ma mi sembra che aspetti una mia mossa; allora decido di sfiorarle la gamba, con una carezza, accennata lungo la coscia, al limite della gonna. Sento che freme, decido di continuare e comincio a esplorare l'interno della gamba; lei apre le gambe e si accomoda meglio sulla sedia, inarcando leggermente la schiena.  Ecco... sono al limite della calza e la sua carne fresca, all'interno della coscia, è come il velluto, sono tesissimo e lei non disdegna ,anzi, mugola dolcemente, le scosto la mutandina e mi insinuo il più possibile, con le dita: è una pozza !! Bagnata fradicia !!!
Il film, che trasmette immagini di sesso, con gemiti e urli, la coppia davanti a noi; mi sento eccitata, sento la mano del mio vicino di poltrona, che mi sfiora la gamba: un brivido mi scorre in tutto il corpo, ho voglia! Mi sento, come la coppia davanti a me; sfacciata! Sale con la mano, sempre più su: lo voglio, con tutta me stessa...
Cerco di scostare di più la mutandina e la sento inarcarsi, con tutto il corpo; apre ancora di piu le gambe, mi afferra il polso e aiuta le mie dita, a penetrare il più possibile, E' bellissimo! E' fantastico! Non sto più nella pelle, dalla gioia di aver trovato una donna così; non smette di agitarsi e sento un fiume, che cola dalle sue gambe, non ne posso più! Credo che scoppierò: se non farà qualche cosa anche lei. Nel frattempo, ho aperto la patta dei pantaloni e lei si accorge, di come sono eccitato: aspetto, non voglio forzare, sono in attesa di scoprire cosa farà...
Sono bagnatissima, lui mi ha scostato lo slip e mi sta toccando: mi piace, comincio ad ansimare, mi offro a lui; le afferro il polso e spingo con forza la sua mano, voglio essere penetrata! Porto la mia mano tra le sue gambe e sento tutta la sua eccitazione, lo tocco, durissimo, gli apro i pantaloni, sposto lo slip e lo afferro tra le mani; vorrei mangiarlo! Lo porto verso me': mi abbasso con il viso e lo bacio dolcemente, gioco con la mia lingua, lecco, lo ingoio, succhio con passione; sono eccitatissima! Lui ansima, è più eccitato di me'...
La sua lingua sembra impazzita, la sua bocca è di fuoco; non speravo tanto, riesce addirittura a mandarselo fino in gola, non so quanto resistero' ancora. Mentre mi succhia, cerco il suo ventre, il suo seno, la sua  schiena. Il vestito non mi permette molto, ma voglio sentire, tutto il suo corpo nelle mie mani ; sento che esploderò presto, ma mi trattengo. E' troppo bello! Troppo eccitante la sua bocca: non avevo mai sentito simili sensazioni, decisamente ci sa fare. Mi porta all'estremo, poi si ferma e rallenta, subito dopo, riprende con piu foga, mamma mia; non resisto piu...
Sento che stà per esplodere; decido di farlo impazzire di piacere, voglio bere il suo nettare, eccoloooooooooo...caldo, dolcissimo. Lo sento ansimare, sento il suo respiro; il suo corpo è un fremito unico, sento che in quel momento è completamente mio, si è abbandonato a me'....
E' pazzesco,giuro pazzesco ..!!! Sono esploso nella sua bocca, con una violenza inaudita, da perdere il cervello, tanto quella bocca, mi ha fatto godere; a momenti urlo, sono vuoto, vuoto ma non appagato, non mi interessa la gente, non mi interessa di nulla, devo averla, penetrarla fino in fondo. La faccio mettere a cavalcioni, su di me, la gonna quasi si strappa, ma riesco a infilarla ...siiiii... dentro finalmente !!! Siamo in un lago di umori ,di sperma ,di sudore; ma abbiamo entrambi, una voglia pazza, di continuare ad amarci alla follia, di prenderci, di morsicarci, di baciarci, di succhiarci ...woww ...Ora, comincia ad andare su e giù, su di me; è sensazionale, come è morbida e stretta, allo stesso tempo. La sento, la sento avvolgermi, la sento strizzarmi, con i suoi muscoli interni ; mi sta scopando, in modo animalesco, lo vuole tutto, tutto dentro, fino al limite...fantastico!!!!                            
Non siamo comodi per niente, ma la voglia è troppa e non abbiamo intenzione, di interrompere il momento magico, per andare in un altro posto; d'altronde, nella sala, ognuno fa quello che gli pare. Lei, prende un ritmo lento, quasi volesse assaporare di piu la penetrazione, su piano e giu piano dolcemente: le apro la camicetta e cerco il capezzolo, turgido; lo succhio, lo lecco, lo bacio; ha un seno da sballo, sodo e pieno. A un certo punto, il suo ritmo aumenta,si fa piu veloce: lo vuole, lo vuole, sempre piu forte e in fondo, ma ....sorpresa!!!! Si alza piano, se lo sfila dalla sua magnifica sede e cambia buco ...ebbene si !! Non vuole godere davanti, ma se lo infila, piano piano, dietro; a momenti svengo! Piano, piano, ecco, piano ...poi, d'un colpo solo, s'infilza del tutto, sta ferma un attimo e mi bacia sulla bocca, aspirandomi anche l'anima...
A questo punto, lei inizia una cavalcata folle, ma folle davvero; lo sento entrare e quasi uscire, a una velocita' frenetica; mi squassa, con colpi violenti, fino a quando, dopo quasi cinque minuti, la sento stringere di piu i muscoli del retto anale e mugolando come una gatta, gode fortemente, come mai avevo visto godere una donna, sento il suo liquido caldo, inondarmi il basso ventre, schizzi regolari, caldi. Se fossimo in un letto, mi inchinerei a leccarla, ma resto fermo ..! Lei impalata e quasi immobile, si prende tutto quello che, ancora ho da darle. Il cervello mi fuma, non sono più su questa terra !! ...Altrettanto velocemente, di come avevamo iniziato, ci stacchiamo e ricomponiamo; nessuno sembra aver visto niente, ma ovviamente non è così! Non siamo per nulla preoccupati, anzi, lei si alza e mi passa un bigliettino, con il suo numero di cellulare ... la guardo .

scritto da Io Besos e Sam Fischer

Io,nata per amare.


Era nata con un destino ben definito. La sua vita aveva preso un’unica direzione, perché era nata per amare, per gioire di tutto ciò che la natura ed il corpo offrivano al suo intimo piacere. Crescendo, aveva incarnato il ruolo di femmina, concentrando tutte le sue pulsioni e l’energie emozionali in unica direzione: la ricerca ossessiva e sfrenata del suo piacere. La scoperta del sesso,per lei,era iniziata molto presto,poi la sua innata predisposizione fece il resto. Nella mente esisteva soltanto la libidine, una libido che non era in grado di controllare. Il bisogno diun amore spirituale non l’aveva mai sfiorata, perché lei sublimava tutto con l’espressione del suo erotismo. Se un uomo la fissava per più di un momento, lei era già in tumulto e pronta a sprizzar sesso e lo comunicava modulando i suoi messaggi esaurienti ed espliciti. Sguardi, movenze e gestualità rispondevano al segnale e gli uomini la “sentivano” a distanza come gli animali avvertono l’odore della femmina in calore. Si prestava ed accettava qualunque situazione con spensieratezza ed incoscienza. Era affascinata dall’impatto con gli uomini sconosciuti ed usava soddisfare ogni suo desiderio, digerendo, tranquillamente, tutte le situazione erotiche. Affacciata ad un muro, mentre si inebriava di una vista panoramica, si lasciava toccare, con naturalezza, da due uomini che la carezzavano sotto il vestito, frugandola dappertutto in ogni suo anfratto aperto e pulsante. Impassibile li lasciava fare con lo sguardo fisso all’orizzonte e le braccia distese sul muro, come se raffigurasse una croce greca. Solo il suo bacino ondeggiava assecondando quelle dita mentre godeva impazzita di questi giochi che la potevano esporre al rischio ed al ludibrio della gente. Spesso queste situazioni nascevano casualmente, nel quotidiano, lei richiamava il maschio e spandeva i suoi ormoni come un’ape impazzita sparge il polline sui fiori. Adorava la carezza della lingua, amava essere baciata lì, tra le cosce e lo riteneva indispensabile come preludio dell’amplesso. Aveva soddisfatto la sua voglia, riuscendo a ricevere queste carezze vellutate, anche sott’ acqua mentre era immersa fino al collo con le braccia appese al bordo dell’affollata piscina comunale. Così come nella calca frenetica dei mezzi pubblici affollati, urtava i suoi fianchi ed i seni generosamente esposti con maestria fino a incontrarne i risultati nei membri eccitati, da tale “insulto”. Si strusciava come una serpe, addosso agli uomini, che in un primo momento interdetti, si stringavano premendo su quella carne invitante. Le mani, poi, cercavano, cercavano. Sudore,adrenalina ed eccitazione,riempivano l’ambiente. Nel pub, seduta ad un tavolino basso tra due uomini, con le cosce larghe, nascosta nell’ombra del locale, stringeva, con entrambe le mani, i membri turgidi e sfacciati e li masturbava, ricevendo le loro dita che si perdevano tra le le labbra carnose e rosee, avide e spalancate, poi, quando tutto di lei era pieno, aggiungeva al suo piacere le sue intrise di sperma, dopo aver loro “svuotato l’anima”. La notte, sul terrazzo di casa sua, amava star seduta con le cosce aperte, senza slip, appoggiate sul bordo della ringhiera, assorta e con gli occhi chiusi, assaporando la dolce sensazione del vento che la sfiorava. Evocava sguardi ipotetici ed occhi che potevano spiarla e continuava così ad intrecciare nella sua mente il desiderio e l’eccitazione, anche da sola, nella solitudine della notte. E mentre ammirava le stelle, sussurrava ridendo: “guardatemi anche voi,io,sono nata per amare”.
Rosalba: 11/03/2011, ore16.45

giovedì 10 marzo 2011

Percezioni

Tenera è la notte che, con la sua seta blu, avvolge gli amanti in un turbinio di passioni ed emozioni.
Pallida è la Luna mentre squarcia il cielo plumbeo che pipistrelli in volo tagliano in due.
Fresca tu sei, Amore mio e fai di me carezze d'erba alta che al suo fruscio sparge rugiada tutto attorno.
Sensuale e pura nei tuoi movimenti sinuosi che cercano me perché mi vuoi padrone del tuo corpo e carisma della tua mente.
Io, Re per la mia Regina
Tu, Regina per il tuo Re

L'appuntamento

Il suo più grande desiderio ora poteva realizzarlo, finalmente aveva incontrato l'uomo giusto, quello che la capiva senza parlare, che non si sarebbe mai innamorato, che non la giudicava, che assecondava le sue fantasie senza dipendere da lei, ma da vero macho.
Le aveva dato appuntamento per il venerdì pomeriggio, avrebbero passato insieme il fine settimana, nella valigia aveva messo l'abbigliamento per realizzare una delle sue fantasie.

Sono le 16.00, lui è già all'ingresso del parco dove hanno appuntamento, è impaziente...16.30, lei non è ancora arrivata, solitamente non è abituato ad aspettare, sta' per andarsene, pensa ad un "bidone"...si gira per andarsene, abbastanza adirato, quando alzando lo sguardo, la vede venire verso di lui, la riconosce subito, indossa una mini bianca, sandali con tacco a spillo, una camicia nera corta e aderentissima, un luccichio dato dal riflesso del sole, attira il suo sguardo sull'ombelico, un billantino spicca in un gioco di si vede e non si vede, provocato dal suo passo ancheggiante e lento su due gambe mozzafiato. E' lì....di fronte a lui sorride e lo abbraccia, il suo profumo è inebriante. E' tutto ciò che qualsiasi uomo desidera avere almeno per una volta nella vita!!! E' un sogno!!! Le prende la mano e con l'altra le trascina la valigia fino alla macchina, le apre la portiera e la fa' salire, poi sale lui, la guarda, lei avvicina il viso e lui la bacia con una passione mai provata, è un miscuglio di lingue, di salive e di morsi alle labbra, il bacio per lei è la cosa più importante e questo è stupendo, molto più di quello che si aspettava, sente l'eccitazione sempre più forte di lui, ed anche la sua, non vuole interrompere per nulla un desiderio così forte, sesso in macchina, in un parcheggio e per di più di pomeriggio, mai fatto! Da brivido!!! Ci pensa un attimo....."Sìììììììì.......Voglio godere di ogni istante passato con lui...voglio fare tutto ciò che non ho mai fatto...che la mia educazione da puritana mi ha impedito di fare fino ad ora". Per la prima volta è lei a prendere l'iniziativa, è lei che gli sbottona i pantaloni, è lei che lo fa' morire di piacere, giocando con la lingua e succhiando, è lei che prova piacere nel sentirlo ansimare, è lei che lo vuole sentire dentro di se', si siede sopra di lui....e si lascia penetrare mentre sbottona la camicia per lasciare liberi i suoi seni che stanno esplodendo, lui li bacia con ardore, insieme raggiungono l'estasi.......

martedì 8 marzo 2011

Un' isola chiamata paradiso

di Besos

Partenza ore 9 e 45 dalla Malpensa....12 ore di volo....e poi....l'isola del "Paradiso"...così la chiamava Ledy,lei ci era nata in quell'isola........Era riuscita a venire in Italia sposando un italiano....ora accompagnava la sua più cara amica che aveva bisogno di ritornare a vivere....Gioia è il suo nome.....aveva perso ogni entusiasmo da quando il marito l'aveva lasciata per una rumena molto più giovane di lei....in un attimo le era crollato tutto il suo mondo...i suoi ideali....la fiducia, la fedeltà, il rispetto...solo parole....non voleva credere più in nulla....si stava lasciando andare...eppure era una donna ancora piacente....38 anni, portati molto bene....intelligente....e sopratutto, prima di essere tradita dal marito era l'allegria in persona....non c'era festa, dove non fosse invitata....proprio perchè lei, attirava tutti, con il suo entusiasmo e gioia di vivere....ora, sembrava un'altra persona...e Ledy non sopportava di vedere l'amica spegnersi così...Aveva organizzato tutto assieme alla mamma di Gioia, che voleva vedere la figlia tornare a gioire della vita....Ledy aveva scelto tutto l'abbigliamento per l'amica....le aveva consigliato di fare qualche lampada, per non arrivare là e ustionarsi, con il sole caldo dei Caraibi....le aveva consigliato un taglio moderno ai capelli e via tutto il classico...solo mini e calzoncini cortissimi e molto sexy...così doveva essere la sua amica...che aveva delle gambe bellissime, ed era giusto le mettesse in mostra..... Gioia non era molto entusiasta...ma pensava che il solo fatto di non vedere più le stesse persone, che la guardavano con aria da compatimento,non poteva che farle bene.... Appena entrate in aeroporto le due amiche, avevano già, una marea di sguardi maschili puntati addosso....Ledy era una vera bellezza caraibica, Gioia non era da meno....Due belle gnocche! Così le avevan soprannominate due ragazzi, seduti dietro di loro in aereo,che per tutto il viaggio, non si sono stancati neanche per un'attimo di corteggiarle....Appena scese nell'aeroporto dell'isola, il caldo era insoppotabile,e lo è stato almeno per un paio d'ore...fino a che il corpo non si è ambientato alla nuova temperatura....Gioia era contenta di aver ascoltato l'amica, nella scelta dell'abbigliamento....lì. si sentiva a suo agio vestita così....
Fuori dall'aeroporto c'erano gli amici e i parenti di Ledy che erano venuti a prenderle.....persone stupende......con l'allegria in corpo....Gioia si è sentita accolta con amore, e anche se non capiva una parola di ciò che dicevano, capiva dai loro sguardi che erano sinceri....si era affezionata subito a loro....In particolar modo si trovava bene con il cugino di Ledy....Ari, lui per l'occasione aveva studiato l'italiano....si era prefisso di farla innamorare...e poi sposarla.....l'aveva vista nei video che mandava Ledy....e si era subito invaghito....ora era lì....davanti a lui, ancora più bella dal vivo...In macchina erano strettissimi...sei dietro e tre davanti...lui l'aveva fatta sedere sulle sue gambe....la stringeva....con la scusa di tenerla, perchè le strade erano quasi tutte non asfaltate e piene di buche....ogni buca era un salto sul suo corpo..ad ogni salto Gioia sentiva  il pene di Ari, che diventava sempre più grosso, battendo sulle sue natiche....questa cosa...pur imbarazzandola un po'...la eccitava tantissimo....poi da quando erano arrivate, avevano continuato a bere " servesa" birra....il caldo, metteva una sete pazzesca e la birra fresca era un piacere....Gioia si sentiva allegra ed eccitata....Dopo due ore si erano fermati per una sosta in riva al mare....quasi tutti, si erano buttati in acqua a bagnarsi....Gioia e Ari erano rimasti in auto....Erano soli...gli amici non potevano vederli...Ari la stava spogliando tutta...voleva ammirare il suo corpo nudo....lei lo lasciava fare.....non voleva pensare, a ciò che era giusto , o cio' che non lo era....voleva godersi tutto cio' che la vita le regalava,da quel momento in poi....E in quel momento le stava regalando veramente moltooo :P.....in tutti i sensi....Si era spogliato anche lui.....era di una bellezza divina....mai visto un uomo così bello e così dotato....Gioia vedendolo così dotato, aveva provato per un attimo, un po' di paura, paura di essere lacerata nella penetrazione....la stava baciando tutta...lei era eccitatissima...tremava....l'aveva fatta scendere dalla macchina...e l'aveva fatta stendere sul cofano della macchina...prima aveva steso sopra un asciugamano....poi aveva sollevato le sue gambe...poggiandole sulle sue spalle...la stava penetrando....molto delicatamente....era stupendamente bello!......Ora, era lei a gridare di penetrarla tutta...lo voleva sentire tutto...il dolore era diventato un piacere indescrivibile....Ari le stava dando dei colpi secchi e violenti....lei sentiva il suo pene grossissimo tutto dentro...le sembrava di morire dal piacere......si dimenava come non aveva mai fatto in vita sua....non si era mai sentita così libera.....l'aveva presa in tutti i modi possibili...fino a godere come pazzi....sfiniti tutti e due.....si erano buttati a terra ...si tenevano per mano come due ragazzini ,alla loro  prima volta.....poi si erano rialzati...si erano rivestiti, solo gli slip...e avevano raggiunto gli altri in mare....da quel momento erano rimasti uniti, per tutto il soggiorno nell'isola "Paradiso"....Gioia aveva ritrovato la gioia di vivere.....era tornata a sorridere....Ledy, era sicura che avrebbe riportato l'amica in Italia, completamente cambiata...più disinibita...più sensuale...ma sopratutto con tanta gioia e allegria nel cuore....
09/03/2011

© 2010 by Besos

lunedì 7 marzo 2011

Storia di un Amore


di Io Besos...

Il cuore diceva vivi l’attimo, con tutto l’amore e la passione che senti dentro di te.
La ragione diceva fermati, pensa bene a quello che stai facendo. E’ una pazzia!
Alla fine aveva prevalso il cuore, chi non è un po’ pazzo in amore?
Si sarebbero incontrati nel tardo pomeriggio da lei, avrebbero cenato assieme, poi, forse lui, si sarebbe fermato anche a dormire.
Sapeva di essere ancora una bella donna, nonostante i suoi quarant’anni passati da un po’.
La sensualità era innata in lei, non aveva mai usato strategie per esserlo, riusciva ad esserlo nel modo più naturale possibile.
Questa volta però era imbarazzatissima, ogni cosa indossasse per quell’incontro le sembrava fuori luogo.
Lui le aveva chiesto di indossare una mini, autoreggenti, maglietta scollata e intimo sexy, lei così vestita, si sentiva come una vecchia puttanona, che incontrava il bellissimo ragazzo! Lo aveva detto a lui, che si era arrabbiato, non voleva sentirla parlare così, lei per lui era il suo amore segreto, la sua cucciolona da coccolare, amare, rendere felice…
Lui era il cucciolo, che era riuscito a prenderle il cuore, con emozioni e tenerezze dimenticate. Le telefonava e le inviava centinaia di sms ogni giorno, le riempiva la vita di gioia, la colmava di attenzioni, facendola sentire unica e importante per lui. Se passava davanti ad una vetrina e vedeva un completino che attirava la sua attenzione, la chiamava per chiederle le misure, le diceva: ”Amore è fatto per te…solo tu puoi indossarlo…devo prendertelo!” Tutto questo, nessun uomo, era più riuscito a darglielo. In molti la corteggiavano, ma ognuno riusciva a deluderla, a smontarla prima ancora di incontrarla, chi la corteggiava dal lunedì al venerdì, per poi sparire il sabato e la domenica, inventandosi assurde banalità, chi dope le prime telefonate, trovava tutte le scuse possibili, per farsi chiamare, chi la voleva disponibile ai propri comodi, nessuno mai era riuscito a sorprenderla!
Lui era tutto ciò che chiedeva ad un uomo! Era lei che ora voleva sorprenderlo, conquistarlo! Le avrebbe dato tutto…e molto di più…ma un po’ alla volta…a piccole dosi, per non farlo stancare mai di lei. Sapeva che non sarebbe durato per sempre, che non doveva essere egoista, che prima o poi, lei stessa avrebbe dovuto spingerlo a volare per altri lidi, ma voleva lasciargli il ricordo più bello, di un amore nascosto, un regalo, che lui avrebbe conservato, nello scrigno del suo cuore per sempre.
Sono le 18,30 quando lui la chiama per l’ennesima volta, questa volta però è sotto casa e non sa’ che lei lo sta’ vedendo dalla finestra, lo vede scendere dalla macchina, in una mano tiene il telefono e parla con lei, nell’altra una busta con dentro tanti pacchetti e un mazzo di fiori, l’ennesima sorpresa, che la emoziona come una bambina!
Le apre la porta e lo abbraccia subito, lui posa i fiori e il sacchetto sul mobile dell’entrata, la prende in braccio e la bacia con un desiderio incontenibile.
Finalmente soli, lei e lui, chiudono la porta e le imposte delle finestre, spengono i cellulari, niente luce elettrica, solo alcune candele che si apprestano ad accendere e per loro non esiste più nulla!
Lui si siede sulla sedia e le chiede di sedersi sulle sue gambe, lei si siede a gambe aperte, si guardano negli occhi per un istante, ma a loro sembra un’eternità…poi lei inizia ad accarezzargli i capelli, mentre riempie il suo viso di baci, lui esplora il suo corpo, come se le sue mani fossero una matita e la sua mente un foglio bianco, dove delineare i contorni, per imprimerli per sempre.
Il desiderio è sempre più forte, ma la dolcezza di entrambi riesce a dominarlo. Le loro lingue, intrecciate in baci sempre più appassionati, hanno già avuto più di un orgasmo.
Lui le sfila la maglietta e inizia a baciarle il seno, senza toglierle il reggiseno, le morde i capezzoli che ha fatto uscire dal bordo del reggiseno, lei è bagnatissima e lui ha un’asta rigidissima che lei fa’ sentire alla sua vulva, dimenandosi sopra fino a che lui non la solleva per alzarsi, sfilarsi i pantaloni e i boxer e chiederle di andare sul letto, di togliersi la gonna e il perizoma e di stendersi. Prende il sacchetto e tira fuori una benda che le lega sul viso, coprendole gli occhi, le lega le mani alla testata del letto, lei è completamente nelle sue mani e non vede nulla. Lo sente muoversi e toccare il sacchetto, ha appoggiato qualche cosa sul letto, ma non riesce a capire cosa, lo sente uscire dalla stanza, deve essere in cucina, le sembra di sentire accendere il fornello, lo sente arrivare, è sopra di lei, ha appoggiato sulle sue labbra la sua asta, l’ha riconosciuta subito, rigidissima, l’accoglie nella sua bocca, lui la spinge tutta, fino a soffocarla, per poi ritirarla di colpo e sedersi sul suo ventre, lei non capisce cosa stia succedendo, quando sente una goccia caldissima cadere su un suo seno, urla, le sembra di bruciare, è solo un attimo, subito ne cade un’altra sull’altro seno, urla di nuovo, il bruciore è fortissimo, sente le gocce caldissime cadere sul suo corpo e solidificarsi subito, quel bruciore inizia a darle piacere, sente lui succhiare quelle gocce sul suo corpo, come se stesse facendole dei succhiotti, poi un bacio dolcissimo…da lì capisce che sono gocce di miele sciolto sul fuoco. Lo sente ancora alzarsi ed uscire dalla stanza per tornare quasi subito, risedersi sopra di lei e…questa volta le gocce sono gelate, urla per i brividi che il suo corpo sta’ provando. Arriva con il cubetto di ghiaccio sulla sua vulva e gioca sul suo clitoride e sulle sue labbra, fino a farlo sciogliere un po’ nella vulva caldissima e bagnatissima, poi ne spinge uno dentro la vagina e l’altro nell’altro buchino. Il piacere dato dai brividi fortissimi di freddo è così forte, da farla urlare come non aveva mai fatto in vita sua, dalla vagina esce nettare del suo piacere e acqua del ghiaccio sciolto, lo stesso dal buchino dietro. Lui beve tutto e poi la penetra con violenza, prima davanti e poi dietro, lei è in estasi…non capisce più nulla…un piacere dopo l’altro…lo prega di fermarsi, lo sente uscire, per infilarsi nella sua bocca e inondarla del suo piacere…beve tutto.
Lo sente stendersi al suo fianco spossato… “Slegami e toglimi la benda, voglio vederti e abbracciarti amore mio”.
E’ su di lei in silenzio e lei capisce che la sta’ osservando, per imprimere quel corpo nella sua mente, senza essere visto, poi le slega le mani e le toglie la benda dagli occhi.
La prima cosa che vede è il suo viso e i suoi bellissimi occhi, poi il suo corpo da adone.
E’ lì, con lei e l’abbraccia con tenerezza, il suo cucciolo l’ha portata all’estasi!
Nessuna ragione, avrebbe avuto il sopravvento, su’ quel bellissimo dono che il destino le aveva riservato.


© 2011 by Io Besos...

Una Bella Storia

di Bonny

“Ciao”
“Ciao”
È da anni che viviamo nello stesso palazzo e ci incontriamo solo per ritirare la posta o per buttare la spazzatura, ma i nostri dialoghi non sono mai andati oltre il cordiale saluto.
Sei un davvero bel tipo, lo ammetto. Hai un’aria seria ed elegante, la voce calda e profonda e si sente che corsi di dizione hanno quasi cancellato del tutto influenze dialettali, vesti in modo raffinato e curato, sempre impeccabile, e sicuramente sei colto e in carriera. Sì, insomma non alla mia portata.
A volte quando ti incrocio, come ora, cerco di evitare il tuo sguardo diretto: un po’ mi vergogno, mi sono sempre chiesta se hai mai sentito le mie urla mentre mi faccio scopare dallo sfigato di turno.
Ecco io sono così: rumorosa, ma non me ne rendo conto; però mi è stato detto più volte.. faccio rumore quando faccio sesso, quando parlo e anche quando mi muovo, mentre dal tuo appartamento, che è proprio sotto al mio, sento solo silenzio, e a volte, il suono della tua chitarra e tu, che divinamente canti.
Come dicevo non sei alla mia portata, emettiamo anche suoni diversi, evidentemente anche la nostra specie non è la stessa!
Finalmente a casa.
Giornata devastante, e in più il diluvio! E’ mancata la corrente elettrica già un paio di volte.
Urge una doccia bollente.
Mi spoglio buttando tutto alla rinfusa per terra in camera da letto e nuda vado in bagno.
Avvolta da una nuvola di vapore sento che l’acqua calda scivolando su di me irrora corpo e anima..
Ah.. che sollievo, mi sento rinasc…
Cazzo no! Sono al buio, inzuppata da gocce improvvisamente gelide!
E’ saltata ancora la luce.
Alla cieca, provo a uscire dalla doccia cercando il contatore. Lo tocco e.. nooo!
Tutta bagnata, appena lo sfioro fa scintille come fuochi d’artificio e sento una preoccupante puzza di bruciato.
Ho rischiato la vita. Già, ma ora: sana, salva, bagnata, nuda e senza luce, che faccio?
Provo a tornare in bagno e prendo il primo asciugamano che trovo, è piccolo, ma copre lo stretto indispensabile per uscire e andare da Sara, la mia vicina di pianerottolo: lei avrà certamente una torcia da prestarmi..
Esco.
Nelle scale la luce c’è, ma Sara no .E ora? Scendo e l’unico che conosco sei tu.
Provo a suonare.
Sento musica all’interno di casa tua e riprovo a suonare. Musica e nulla. Provo l’ultima volta e poi aspetterò Sara.
Nulla.
Faccio per salire e si apre la porta.
Hai i pantaloni della tuta grigi e una maglietta larga e lunga tipo basket, il bianco candido fa risaltare l’incarnato della tua pelle e il blu del 23 che svetta sul tuo torace è lo stesso dei tuoi occhi.
La tua divisa abituale è composta da abito grigio, camicia bianca e cravatta in tinta e forse questo abbigliamento ti conferisce un aspetto più severo, visto così invece.. sei tu e sei davvero bello.
Mi sorridi e vedi che sono in netta difficoltà e in totale imbarazzo. Mi fai entrare e ti spiego.
A ogni passo lascio le mie orme sul tuo pregiato parquet. So di non essere presentabile: ho l’asciugamano che ora sembra ancora più corto e stretto avvolto addosso, il trucco che colando, sta lasciando segni di guerra indiani sul mio viso e i capelli bagnati che gocciolano.
Ti offri gentilmente di farmi chiamare la compagnia per l’energia elettrica, e intanto ti inginocchi sotto il lavandino in cucina per cercare una torcia.
Mi fai accomodare, ma non accetto.
Insisti, ma no grazie.
Ancora insisti, ma ho detto di no! Ma lo capisci o no che se mi siedo sui tuoi sgabelli il misero pezzo di spugna che mi ricopre assumerà dimensioni inesistenti?
Ah, forse è per quello che ci tieni così tanto a farmi sedere. Ok, sorrido e accetto.
Mi accomodo con non poco imbarazzo, tu sei poco distante, accovacciato a cercare la pila, ma ti giri spesso e mi guardi, e non negli occhi. E intanto parli e guardi, guardi eccome..
Bonny, stai ferma.
No, Bonny.
Bonny, non farlo..
Ok. l’ho fatto.
Lentamente e spudoratamente accavallo le gambe, così puoi vedere meglio ciò che desideravi, no?
Divertita, faccio finta di nulla, mentre tu ancora cerchi e ancora parli, fino a quando mi chiedi se ultimamente mi vedo con qualcuno. Ma che domanda è? Noi non abbiamo una tale confidenza e subito, candidamente rispondo di no.
Quasi con dolcezza, mi dici che lo immaginavi, perché è da un po’ che non senti rumori strani notturni provenire dal mio appartamento.
Ops! Beccata!
Rimango senza parole..
Che vergogna! Lo immaginavo certo, ma non ne avevo la certezza, fino ad ora.. 
Tu cosi fine ed elegante che pensi a me.. in quel modo?
Non riesco quasi a guardarti e tu lo capisci..
Ti alzi porgendomi il telefono portatile e provando a togliermi dallo stato di profondo imbarazzo in cui tu mi hai gettato e con una leggera carezza sulla spalla asserisci che per te non erano rumori fastidiosi, anzi..
Con serenità e soddisfazione poi confessi di esserti eccitato più volte ascoltandomi.
Di certo, questo non migliora la mia situazione già notevolmente compromessa, e capisco che è meglio che io torni nel mio buio appartamento.
Ti dico che ho freddo e scendo dallo sgabello.
Sono nervosa, frettolosamente mi avvio alla porta ma…
Maledetto parquet!
Scalza, con i piedi bagnati scivolo.
D’istinto lascio andare l’asciugamano, cercando un appiglio con le mani di fronte e me.
Mi sento cadere, ma non avverto dolore.
Riapro gli occhi e vedo la porta a pochi millimetri dal mio naso.
Stavolta la vita me l’hai salvata tu!
Sono in punta di piedi, non ho perso l’equilibrio, ma l’asciugamano sì.
Ho il corpo sbilanciato e proteso in avanti e senza la tua presa sicura, a quest’ora avrei il naso incollato alla porta blindata.
Sei dietro di me.
Ho il tuo braccio destro che mi stringe forte il torace e il sinistro intorno alla vita.
Non so che fare.
Un po’ la paura, un po’ l’imbarazzo, un po’ la tua stretta , hanno mandato i battiti del mio cuore a mille.
Appoggio saldamente i piedi per terra e inspiro profondamente.
La tua presa si fa meno forte e la situazione incontrollata.
La tua mano destra, che ora non mi deve più sorreggere, mi sta palpando il seno quasi con la stessa forza che hai usato per evitarmi il volo.
Sono immobile.
Sensazioni forti mi scuotono. Sono preda di terrore, per la caduta evitata, imbarazzo per le tue affermazioni appena sentite ed eccitazione, per le tua mani calde su di me.
In silenzio, immobile, lascio fare.
La tua mano sinistra che era appoggiata al mio ventre ora è scesa molto più in basso, ancora più in basso..
Senza il minimo accorgimento, ti fai largo tra le mie gambe con le tue dita.
Ti lascio fare.
Mi tocchi con ardore tanto da alzarmi quasi da terra.
Ti lascio fare.
Sul mio fondoschiena sento pulsare il tuo membro duro che sembra voglia penetrarmi nonostante i pantaloni, e lo sento grosso..
Ti lascio fare.. anzi no..
Devo liberarmi dalle tue braccia e scappare a casa, devo andare subito..
Ma continuo a lasciarti fare.
Ho le tue dita vogliose tra le gambe e i seni preda dell’altra tua mano, così inizio a strofinare morbidamente il fondoschiena su e giù appoggiandomi a te.
Ti lascio fare e ora confusamente mi piace.
Mi lasci il seno e mi prendi il viso girandolo e mi sussurri all’orecchio che vuoi sentire se faccio tanto rumore anche con te, mi dici che era da mesi che non pensavi ad altro..
Devo andare.
Lasciami andare!
..ma resto..
E ti lascio fare.
Allargo bene le gambe e accolgo tra le natiche il tuo prorompente sesso ancora imprigionato nei pantaloni.
Appoggio i palmi delle mani alla porta, come se mi stessi perquisendo e in effetti lo stai facendo.
Togli all’improvviso dita e mani e io non mi giro, ma aspetto immobile la tua prossima mossa.
Ah..
Un forte gemito asseconda le tue voglie e accende i tuoi desideri.
Ah. Ancora.
Ah.
Sei entrato in me, duro.
Ti muovi, sbatti contro il mio sedere e so che dovrei andare, lo so..
Invece ti lascio fare, mi abbandono, e godo..
E più ti muovi e più godo e senza preoccuparmi del volume dei miei gemiti, ora lo so che ti piace.
Ti aggrappi prima alle tette e poi mi afferri i fianchi e la tua forza aumenta.
Ti sento spingere fino in fondo e poi delicatamente ti togli per penetrarmi ancora. Quando non ti ho dentro mi manchi. Per quei pochi secondi ti cerco e respiro solo quando ti sento sprofondare in me.
Avvicini la bocca al mio orecchio invitandomi a urlare tranquillamente, perché ti piace essere finalmente tu a farmi gridare di piacere.
Voglio che continui..
A malincuore mi sfilo l’oggetto di tanto piacere e nuda mi inginocchio davanti a te per prendertelo in bocca.
E’ bagnato e lecco tutto. Mi appoggi una mano sulla testa e accompagni i miei movimenti.
Lo succhio e ti stringo le mani intorno al fusto cercando di infilarmelo tutto in bocca ma viste le dimensioni mi devo accontentare della cappella.
La presa ai capelli si fa più forte
All’improvviso ti allontani dalle mie labbra e mi fai alzare sempre tenendo salda la tua mano tra i miei capelli.
Ora sono in piedi con in bocca il gusto del tuo cazzo e tra le cosce la sua forma. Con dolcezza, ma senza mollarmi, mi fai chinare per terra, provo a sfiorarti con la lingua, ma me lo impedisci e mi giri.
Sono a quattro zampe per terra e tu sei dietro.
So bene cosa vuoi e ansimando piagnucolo per la tua assenza, e aspetto.
Ti stai masturbando in piedi dicendo che vuoi goderti lo spettacolo. Io inizio a pregarti, non sopporto più il vuoto tra le mie gambe che colano tutta la mia incontenibile voglia.
Sei impassibile e mi guardi..!
Ti voglio!
Scandisco bene le sillabe e mi metto a strillare.
Sento appena la tua voce angelica che fiera mi dice che era proprio quello che volevi: le mie parole, ora finalmente solo per te...
Ho il fiatone per le grida e finalmente tu mi premi!
Ti abbassi su di me e mi pianti una fortissima manata su di una natica, poi un’altra e un’altra ancora. Ad ogni colpo urlo più forte e sento bruciare la pelle sotto le tue mani.
Metto il viso a terra e spingo il sedere più in su ad ogni schiaffo, intanto mi tocco non sazia, infilandomi le dita e leccandole e poi spingendole ancora dentro, mentre tu ti masturbi forte sul mio fondoschiena con una mano e con l’altra mi afferri e mi tiri vicina te.
Non ho appoggi e striscio la faccia sul parquet.
Smetto di toccarmi e senza cambiare posizione con le mani mi tocco le chiappe infuocate per le sberle, me le tocco e me le allargo per bene, invitandoti a nozze.
E’ quello che vuoi no? E allora prenditelo, dai prenditelo ora..
Non so se le ho pronunciate davvero queste parole o se le ho solo pensate, quello che è certo è che tu le hai sentite!
Affondi la tua faccia nel mio sedere bollente e con la lingua inizia a giocarci, la infili piano, poi aggiungi un dito..
Ah..
Poi le dita diventano due.
Ah..
La mia mano si sfrega forsennatamente sul clitoride e per un momento non sento nulla, poi, di colpo, come un lampo che mi trafigge e mi trapassa lasciandomi a terra senza fiato il tuo enorme membro è nel mio buchetto.
Riprendo sensi e fiato..
non so bene dove sento più male, piacere o bruciore, ma questo è un mix che mi sballa, una droga.
Mi stai chiedendo scusa per averlo così grosso, e intanto spingi più forte.
Io mi masturbo tu mi prendi da dietro e mi parli e io mi spingo le dita dentro più che posso tu godi io urlo. La mia mano aumenta la velocità e tu aumenti la spinta. Io ho la faccia schiacciata sul pavimento a ogni spinta godo e urlo e ti prego ti supplico di non smettere e tu aumenti forza e velocità e io anche..
Un attimo.
Un istante e ho l’orgasmo più travolgente di sempre.
E’ il vuoto.
E’ il silenzio.
Due corpi che respirano a fatica sul pavimento di un elegante appartamento in centro.
E’ come se la corrente fosse mancata di nuovo, ma stavolta nel mio cervello.
E’ il buio.
E’ il nulla e il tutto mescolati insieme.
E’ il cuore che rimbomba assordante sul pavimento. Il mio? Il tuo? Non so, non capisco e non mi interessa. E’ lo stesso battito che all’unisono riempie la stanza di melodia.
Non mi sono ancora mossa e solo ora sento la tuo piacere caldo scivolarmi tra le cosce.
Mi sdraio. Giro la testa e ti guardo: sei sfinito, ma con una bella luce negli occhi. Mi sorridi e io ricambio.
Allunghi una mano e mi sfiori il viso, mi accarezzi.
E’ il giorno.
E’ la notte.
E’ l’essenza di tutti i colori.
E’ il succo del piacere.
E’ il nettare della felicità.
E’ solo un attimo lo so, e uscita da quella porta diventerà solo un ricordo, ne sono certa.
Lo so io, e lo sai tu, ma ora mi gusto in pieno quest’aria densa di piacere puro, che inebria e nutre le nostre anime.
Tu non sei alla mia portata.. troppo bello, troppo elegante..
E io fuori da quella porta continuerò a farmi scopare e a urlare (ora sicuramente più forte) col perdente di turno, e tu continuerai a immaginarmi a cavallo di insignificanti esseri umani, mentre con la tua chitarra suonerai e canterai..”love was made for you and me..” alla bella, raffinata, colta, donna fortunata, che sbattendoti le ciglia ricoperte da un mascara indelebile da 80 euro e sorridendoti con un rossetto super rimpolpante da 120 euro, sognerà corse su spiagge esotiche, mano nella mano, occhi negli occhi con te..
E quando poserai la chitarra trasmettendole con lo sguardo la tua forza e la tua passione, e le afferrerai il viso con ardore per baciarla… lei candidamente e pianissimo ti sussurrerà all’orecchio :”ahi ahi i capelli!
Dai così sei sui capelli!!”
……… a buon intenditor….

© 2011 by Bonny