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lunedì 28 marzo 2011

Guardami


Esiste una linea di confine tra la percezione dell’ istinto e la ragione, una linea sottile, netta, ben visibile a tutti. Talune persone, però, non riescono a vederla, così è per me che non so cosa sia il pudore, il ritegno. Non mi sono mai posta dei freni o creato paletti al di là dei quali non potessi andare mai. Ho sempre preso ciò che ho desiderato, mi sono sempre abbeverata, a piene mani, di tutto quel che la mia mente ha desiderato. Il mio istinto sessuale è disinibito e capriccioso, perché essendo di famiglia benestante, i miei due vecchi, non mi hanno mai fatto mancare nulla. Sono bella, come un raggio di sole sulla pelle, sensuale come una gazzella, sinuosa come una vipera. Ho bisogno di risvegliare l’istinto sessuale che c’è in me. La cosa che più mi eccita è provocare ed il mio godimento cresce a seconda della risposta diretta che ci sarà. Ed è per questo che mi sedetti di fianco ad uomo anziano, su quella panchina dei giardini pubblici. Mi guardava e mi spogliava con gli occhi, In me scattò la molla crudele del mio istinto, pari a quello di una donna di strada. Il mio narcisismo, il mio esibizionismo fecero il resto dato che non avevo fatto mai sesso con un vecchio. Era un mio desiderio represso e la cosa mi eccitava, quel gioco nuovo mi spingeva ad essere sguaiata, specialmente con lui. Avevo sempre sognato di avere tra le mani il sesso di un uomo anziano. Avrei speso soldi per vedere film dove gli attori erano uomini con i capelli bianchi e mi sarei masturbata fino a rimanerne sfinita, anche in un cinema a luci rosse. A venticinque anni ero attratta da uomini di sessantacinque! Si presentò educatamente e fu molto gentile nel rispondere ad ogni mia domanda. La sua era una bellezza spenta, appassita, gli occhi
trasparenti, un tempo azzurri, s’ illuminavano quando si soffermavano sulla mia bocca. In loro vedevo il lampo, il guizzo dei suoi pensieri che era secondario alla voglia che aveva di me. Io sono bella, me lo ripetevo tutte le volte che notavo reazioni di turbamento incontrollate e così
mi eccitavo e desideravo di offrire di più. Parlavo del più e del meno mentre il mio dito giocava con lo spacco dei miei seni, offrendogli, spudorata il mio inaspettato decolté. Lui cominciava a sudare e ad agitarsi. Io stavo lanciando messaggi eloquenti, mi accarezzavo il ventre e accavallavo le gambe, facendo salire con noncuranza il bordo della gonna. Lui trasaliva e la mia voracità e la sua paura di sbagliare, mi spingevano ad osare ancora di più! Lo invitai a casa col pretesto di offrirgli un the e mostrargli dei libri dato che era un uomo colto ed amante della letteratura. Schernendosi accettò. Appena giunti a casa, non ci furono libri, the o convenevoli. Sprofondò nel divano ed io gli spalancai il mio seno nudo, sotto il naso, togliendoli il respiro. Mi tenevo i seni tra le mani porgendoli come un dono e lui respirava forte e apriva la bocca come a volermi bere, ma non osava toccarmi., stringevo forte la mia carne con le mani e mugolavo come una gatta. Ero eccitata ed il suo immobilismo mi spingeva a osare di più. Gli misi, quasi, i capezzoli in bocca e lui, estasiato, cominciò a mordere, succhiare e leccare, facendo colare la saliva sul mio stomaco. Io sfrenata in preda ad un desiderio animalesco, alzai la gonna fino al mio pube e gli offrii la vista del mio sesso selvaggio, bagnato. Presi la sua mano e la portai ad accarezzare il mio pelo elettrizzato solo per un secondo poi mi ritrassi e lo osservai. Era affannato ammutolito e la sua mano cercava timidamente qualcosa tra i suoi pantaloni. Mi pregava di posargli il mio fiore biondo come spiga di grano, sulla sua bocca e la sua voce era un rantolo. Senza più freni, mi girai di schiena e mi piegai in avanti fino a stringermi con le mani le caviglie. Implorava ed io sconcia gli regalavo la vista del mio universo bollente. Avevo brividi dappertutto, la sua disperata richiesta mi eccitava da morire, così passai la mano sul mio fiore bagnato e gliela offrii, lui me la leccò con devozione, mista a passione. A quel punto mi alzai e gli dissi: ”Voglio vederti masturbare il tuo vecchio sesso. Lui, immobile, cominciò a masturbarsi con un sorriso di beatitudine che gli solcava il viso e che distendeva quasi tutte le sue rughe. Io, seduta a cavalcioni del bracciolo del divano, mi strofinavo e godevo solo a guardarlo.
Rosalba: 28/03/2011, h. 16.15

5 commenti:

  1. Da brivido, il racconto rende così bene gli avvenimenti da renderli quasi reali. Leggendo sembra di vedere un film.
    Complimenti.
    Ciao Rocco ( 60enne )
    harley3@hotmail.com

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  2. ...veramente molto bello!...complimenti...

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  3. Scritto con perizia e maestria.Che dire ancora? Oramai la discepola, può tranquillamente camminare da sola!

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  4. * entusiasmante....continua a deliziarci.. ormai aspettiamo avidamente i tuoi meravigliosi scritti

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