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martedì 22 luglio 2014

GENESIS

Opera di Rodin
di MooN

Sudata, il corpo rilassato, la mente inebriata, l’eco del nostro orgasmo nella stanza. Guardo le pareti colorate, le tende si muovono lievemente cullate dalla brezza notturna.
Mi volto verso di te. Hai gli occhi chiusi ma non dormi,

mercoledì 21 maggio 2014

Sensi Unici

Foto di Daniela Altomonte "Nudes"
di MooN
Le sue mani mi sfiorano, mi carezzano, si fanno via via sempre più curiose, esplorano ogni centimetro della mia pelle, seguono la linea delle mie cosce, indugiano…sento il mio respiro sempre più affannoso, non riesco ad oppormi al calore che sento aumentare, sempre di più…il sangue affluisce tra le mie gambe, che vorrebbero schiudersi, che vorrebbero mostrare senza pudore quello che ora nascondono disperatamente…
Non devo cedere a questo momento.
Non devo aprire gli occhi, lui potrebbe capire…
Cerco di rimettere a posto i pensieri, di ricordare dove sono, prima che la follia dei sensi prenda il sopravvento.
Lui è in piedi accanto a me. Indossa pantaloni e camice bianchi. È sudato, ha i capelli castano chiaro, occhi verdi, profondi. È affannato, ma voglio pensare che lo sia solo perché sta lavorando. Io, distesa sul lettino, indosso tanga usa e getta che non riescono a nascondere quello che lui può vedere senza intuire.  Mi dice di sdraiarmi sulla pancia, e nel girarmi mi cade il telo che mi copriva il seno. Sento i suoi occhi che indugiano, che scrutano. Comincia a lavorare sui polpacci, per poi salire sulle cosce, e arrivare sui glutei, sodi.
Le sue mani calde compiono gesti studiati, conosciuti. I suoi pollici indugiano nella piega fra gluteo e coscia, ho un brivido. Le sue mani rallentano il ritmo, io chiudo gli occhi. Sento il suo respiro affannato, sento il suo odore, il suo calore. Non riesco ad oppormi a questa voglia, non voglio oppormi. Le sue mani si fermano sui glutei, il calore che trasmettono è quasi  insopportabile, e torna prepotente la voglia di essere esplorata fra le cosce che vorrebbero aprirsi.
Le sue dita si attardano, le sento sfiorare l’ano, un brivido percorre tutto il mio corpo, i capezzoli si inturgidiscono. Ho capito che cosa vuole fare, e attendo…finché non sento il suo dito penetrare il mio buchetto, senza fatica, sempre più in fondo, e io impazzisco dalla voglia. Le sue mani unte di olio profumato non incontrano ostacoli, due dita, tre dita, e la voglia diventa insostenibile. Vorrei urlare, invece rimango lì a farmi penetrare dalle sue dita. La mia mano sa come aumentare questo piacere e raggiunge il bottoncino turgido, che mi fa esplodere in un orgasmo devastante. Lui si gode quel momento rimanendo con le dita nel mio culo, percependo le contrazioni fino all’ultimo istante. Ora voglio essere presa, mi giro e mi siedo, a gambe divaricate, il mio sesso bene in vista per farlo impazzire di voglia. Infilo la mano nei suoi pantaloni e lo prendo in mano. È durissimo. Non penso più a nulla, comincio a leccarlo, a succhiarlo, lui mi esplora con l’altra mano, e di colpo mi sfila l’uccello dalla bocca, e tenendomi le gambe mi penetra fino in fondo facendomi gridare dal piacere. Colpi sempre più veloci, cerca le mie labbra, la mia lingua, siamo preda di una follia, di una passione, di un piacere estremo. Il tempo non ha più valore, il luogo in cui ci troviamo non ha contorni, sento solo il suo sesso dentro di me. L’orgasmo arriva, improvviso, violento, simultaneo. Si accascia fra le mie gambe, gli circondo la vita con le cosce, lo abbraccio. Lui mi scosta i capelli, mi guarda negli occhi. Mi prende il viso fra le mani e mi bacia, come nessuno mi ha mai baciata, a lungo, esplorando ogni millimetro della mia lingua che cerca la sua vogliosa. E restiamo lì, per alcuni interminabili minuti, abbracciati, come se non avessimo fatto altro in vita nostra.


lunedì 5 maggio 2014

Stasera siamo a casa di un amico

Menage a trois di Alexander Von Fackl Barockart
di MooN

La pioggia comincia a cadere all’improvviso, le nuvole hanno coperto il cielo nel giro di pochi minuti e il temporale ha occupato lo spazio intorno a me. Roma è semideserta, in questa afosa serata di fine agosto.
Il vuoto nella mente mi ricorda il mio dolore, e non pensare a lui è impossibile. La voce di Perla mi risuona nelle orecchie: “Stasera siamo a casa di un mio amico”. Ho accettato l’invito senza neppure ragionare. Forse avrei dovuto portare una bottiglia di vino. È facile trovare il numero 27. Parcheggio. Non ho l’ombrello e nel tragitto fino al portone la pioggia mi raggiunge la pelle, inzuppando gli abiti. Suono al citofono senza nome. Una calda voce maschile mi accoglie e chiamandomi col mio nome mi invita a salire al settimo piano. Mi sforzo di sorridere quando Roberto mi apre la porta. Lui è scalzo, camiciola e bermuda, rilassato. Mi dà un bacio sulla guancia, commenta i miei abiti che gocciolano sulla moquette. Perla è semisdraiata sul divano, l’abitino a fiori con la lampo un po’ slacciata fa intravedere la sua perle color latte. Mi sorride maliziosa e capisco: mi ha attirata in una trappola.
Le parole di Roberto mi arrivano ovattate, sarà anche perché mi offre da bere non so cosa. Si siede accanto a me, Perla si alza e si allontana. Lui è un uomo sulla settantina, e il fatto che cominci ad accarezzarmi il collo mi crea un senso di repulsione, ma allo stesso tempo mi eccita.
Mi parla di eros, mi fa domande sempre più incessanti, alle quali non riesco a sottrarmi. Rispondo, lo sto eccitando. Mi bacia, e la sua mano si insinua tra le mie cosce. So di piacere, so di piacergli, e godo della sua eccitazione, mentre in realtà vorrei essere lontano da quel salotto elegante, lontano da quell’uomo che ora si inginocchia davanti a me e mi esplora sempre più avido.
Perla torna sorridente con un accappatoio in mano, è riuscita nel suo intento, ha appagato la sete di sesso del suo compagno, portandogli una preda succulenta. Mi comincia a spogliare, gettando gonna e camicetta a terra, e si sfila il vestito rimanendo nuda. Mi accarezza guardandomi sorridente. Io mi lascio andare a quel tocco leggero, e provo una voglia irresistibile di baciarla, di toccarla, di esplorarla. Ecco, lui le ordina di salirgli in grembo e lui la penetra davanti a me. Lei gode guardandomi negli occhi, lui continua a toccarmi, e le ordina di accucciarsi davanti a me. È strano vedere questa giovane donna accettare un ruolo passivo, lei così forte, così determinata…mi guarda negli occhi, e comincia a baciarmi tra le gambe che fremono, ormai sono completamente in balia di entrambi.

Lui mi tocca il seno, eccitato, lo lecca, lo succhia, controlla le azioni di Perla, vuole sapere da me cosa provo, vuole che io gli parli, e racconti la mia eccitazione. Voglio baciare Perla, le sfioro le cosce candide, la tocco sempre più insistente e lei cede al piacere che le do. Voglio baciare Perla e la faccio sdraiare. Lei si lamenta, piccoli gridolini, e mentre gode guarda lui, come per avere conferma di fare proprio quello che desidera, schiava di un padrone esigente, schiava del piacere che le sto regalando. Si alza e mi guida verso Roberto, supino. Non riesco a sottrarmi a quei gesti, a quella regia che sembra collaudata, come se entrambi avessero provato e riprovato quella sequenza di movimenti. Chiudo gli occhi e mi lascio andare al mio ruolo di balocco in carne ed ossa.