Era destino che si incontrassero. Ed accadde nel modo più strano e forse anche nel modo più banale, perché, quella sera, si urtarono l’un l’altro, distrattamente, all'ingresso del ristorante, dove erano a cena ognuno ad un tavolo diverso.. Costantemente sovrappensiero, era, quasi, finito tra le sue braccia e lei, alle sue scuse, aveva sorriso. Si rividero, per caso, quando entrambi si recarono a fumare, nella sala riservata. Erano soli ed ebbero modo di studiarsi con più attenzione e di scambiare qualche parola. Col passare dei minuti, entrati in confidenza, cominciò a farsi strada, in ognuno di loro, un’attrazione che diventava sempre più forte col trascorrere del tempo..
Per dirla tutta, loro non si sarebbero mai scelti, perché l’uno era l’opposto dell’altra Ma ecco scattare, in lui la molla del desiderio più sfrenato: le propose di finire la cena, salutare gli amici e rientrare subito a casa. Chi dei due sarebbe riuscito ad arrivare all'indirizzo dell'altro, sapendo solo il nome ed il cognome, avrebbe dominato, in una notte d’amore, l’altro. Lei aveva accettato sapendo che poiché era conosciutissima come professionista affermata, di li a poco, dando una mancia ad un cameriere, lui, sarebbe venuto a conoscenza del suo indirizzo di casa. E cosi doveva andare perché lei desiderava un suo bacio, dal primo istante che lo aveva visto e il desiderio cresceva sempre più. Sapeva che sarebbe stata solo avventura dal momento che non avrebbe mai potuto vivere una storia d'amore con uno che, in ogni città, lasciava un’amante ad aspettarlo. Lei era fatta di una pasta diversa, non avrebbe mai tradito e non avrebbe sopportato di subire l’umiliazione del tradimento. Doveva parlare con un cameriere, offrire dei soldi e ricevere in cambio un indirizzo. Non c’era altro nella sua testa che lei. Così lontana dal suo mondo, eppure così profondamente desiderata al punto da trascinarla in una caccia vertiginosa ed eccitante. Le aveva proposto la sfida, sicuro di vincerla. Quando l’aveva urtata inavvertitamente, quando se l’era ritrovata tra le braccia, non l’aveva più persa di vista per un solo istante. Ogni suo passo, ogni movimento di quei fianchi che voleva stringere e possedere, gli martellavano il cervello. Poi, nella sala fumatori, ecco arrivare la sua bocca. Non riusciva a togliersi dalla testa il modo in cui le labbra si chiudevano sulla sigaretta e come sporgevano quando espirava il fumo. Lui voleva quelle labbra. Oh si, le voleva. Ora l’istinto e il desiderio ebbero la meglio su ogni suo pensiero. Ed ecco la sfida, il gioco. Già sapeva a chi chiedere l’indirizzo e si sarebbe dovuto muovere in fretta. Da un lato il desiderio di averla al più presto e dall’altro l’attesa che lo alimentava, lo nutriva e lo snervava. Dopo circa un’ora arrivò all’indirizzo. Sapeva benissimo che lei lo avrebbe aspettato. Glielo aveva letto negli occhi. Parcheggiò e si diresse al portone. Il suo nome era all’interno diciassette. Citofonò. Sentì alzare la cornetta poi il niente. Decise di stare al gioco. Niente spiegazioni, solo un: “Bene”. La serratura scattò. Il cigolio del portone, i passi fino all’ascensore. Provò il quinto piano. Era lì. Lo capì ancor prima di guardare la targhetta. Una delle porte era accostata. Non aveva mai fatto nulla del genere. Ebbe un’esitazione, ma durò solo un secondo, perché la porta si aprì lentamente sotto la spinta della sua mano. Davanti a sé un corridoio. Le luci erano spente. Solo un bagliore proveniva dal fondo. Chiuse la porta e andò incontrò a quella fioca luce, carico di desiderio. Quello che vide esplose in lui, come fuochi d’artificio di un vigore inaspettato. Era in piedi al centro della stanza disseminata di candele. Aveva gli occhi bendati. Indossava autoreggenti, scarpe altissime, un reggiseno a balconcino e, la sua pelle. La tensione in lei era massima e riusciva a percepire ogni minima mossa, ogni respiro, sentiva persino i battiti accentuati del cuore di lui, percepiva il desiderio, simile al suo e più si avvicinava, più lei era eccitata. Era tutto un connubio, persino l'odore della sua pelle la eccitava. Il contatto leggero delle sue dita a delinearle le labbra e subito dopo le mani di lui che le stringevano il viso, fino ad unire le loro bocche in un bacio pieno di passione e di sensualità. Era solo l'inizio di un gioco intrigante, sensuale ed erotico. Lui l'abbracciò, sfiorandole il collo con le labbra, mentre la spinse vicino al letto, fino a caderci sopra entrambi, percorse ogni centimetro del suo corpo leccandolo, levigandolo con le sue labbra carnose, regalandole sensazioni e brividi unici. Lei ricambiò e con fare esperto lo denudò, arrivando ad odorare e sfiorare con le mani, la pelle nuda di lui: una voglia cieca di quel corpo, la spinse a leccarlo tutto. In ogni sua piega, passò la sua lingua e di rimando lui si soffermò a succhiare la sua vulva, aggrovigliandosi e contorcendosi di piacere, ad ogni battito d'ali. Si trovarono a succhiarsi avidamente, sempre più eccitati, assumendo la posizione erotica del 69. Vollero bere l’uno il piacere dell'altro, fino a dissetarsi e placare la smania di desiderio, che li divorava. Si baciarono, assaporando quel che rimase, nelle loro bocche, del prezioso nettare. Lui le tolse la benda, voleva guardarla negli occhi, entrarle nell'anima, per poi penetrarla e portarla all'estasi. Rimasero a guardarsi, lei stesa sopra di lui. Le mani si strinsero, mentre il silenzio dell'anima, parlò attraverso i loro occhi: Moriranno nell'esplosione del piacere, per poi ritornare in vita, appagati e nutriti, di nuova energia vitale. Invertirono la posizione dei loro corpi e non smisero di guardarsi negli occhi, lui sopra di lei e la penetrò, lentamente, con dolcezza, entrava ed usciva dalla sua vulva, che accoglieva quel sesso rigidissimo, contraendo e rilassando i muscoli vaginali, in simultanea, con l'entrata e l'uscita del sesso di lui. Tutto sincronizzato, come se fossero le anime a comandare i corpi, nei movimenti. I movimenti diventarono sempre più forti, così come i gemiti e i sospiri. Non erano più sulla terra, era troppo bello! Stavano morendo ed erano felicissimi, un piacere, che implodeva, fino ad esplodere! Urlarono prima di morire, volarono in alto e caddero morti. Fu l’estasi. Stavano per rinascere, erano tornati. Lei sapeva che lui l'avrebbe fatta volare, non capiva, da dove venissero le sue sicurezze e perchè avesse la convinzione, di aver già volato e raggiunto l'estasi, con quello sconosciuto, che più odorava e più sentiva di conoscere, ma non voleva approfondire, sapeva che entrambi si sarebbero vissuti, solo per quella notte magica, ma che a loro sarebbe sembrata, una vita intera.