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lunedì 27 dicembre 2010

Lettura breve

Lei leggeva ma la sua mente era altrove, era là in fondo all'orizzonte, sognante tra il crepuscolo e un'amore perduto tanto tempo fa, ma do cui l'aura era ancora ben presente.
Quel ricordo, quando arrivava prepotente, la invadeva completamente e anche adesso, che era così assorta in un bel prato, appoggiata ad una vecchia quercia, completamente sola, nel tardo pomeriggio di un'estate, si lasciava travolgere, come accadeva altre volte.
Una leggera brezza le sfiorava la pelle insieme all'erba che la circondava alta con il suo fruscio ed i suoi pensieri iniziavano a vagare, a librarsi nel tempo e a quando lui la guardava intensamente negli occhi, in quei suoi occhioni ricolmi di stupore di tutto ciò che le faceva provare dentro, nella sua mente ma anche nel suo corpo, quel corpo che adesso, inconsciamente, stava iniziando ad avere sensazioni strane, sensazioni conosciute ma sempre nuove...
Lentamente, poggiava il suo libro sul suo ventre e si lasciava andare fantasticando fervidamente, mentre le sue gambe iniziavano a scostarsi l'una dall'altra percependo piacevolmente la sua leggerissima veste ampia scivolare sulla pelle delle gambe risalendo un po' e la sua mano adagiarsi là dove sorge il sole d'oriente.
Un fremito improvviso la percuoteva, la faceva osare di più e quella mano si faceva coraggiosa di insinuarsi tra le sue mutandine che scostava decisa, per ritrovarsi con le dita subito pregne del proprio nettare e questo la faceva sobbalzare, la faceva ansimare; poi, con un movimento repentino, accostava quelle stesse dita alla bocca per assaporare quel piacere crescente, quindi riportarle ancora nel suo sesso che, intanto, iniziava a pulsare insistentemente, come invitarla a continuare, ad aumentare il ritmo del movimento delle sue dita che, andando a muoversi come pistoni di un motore, producevano un rumore di sciacquettio, cosa che la eccitava maggiormente mentre il suo bottoncino si gonfiava sempre di più, sempre di più... sempre di più.
Adesso che percepiva il piacere nella maniera più immensa e intensa, allungava le gambe, le stringeva e, stirandosi con tutta la forza, si lasciava pervadere da quell'orgasmo da tempo trattenuto e lì, si assopì.


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