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sabato 18 dicembre 2010

Il cellulare



Ripenso spesso a quella sera scapigliata, e mi ritrovo a riderne e a gioirne. La rivivo spesso mentalmente e ancora mi stupisco di me stessa. E' incredibile come possiamo amplificare le nostre emozioni, galoppare i nostri desideri, emozionarci sull'onda delle nostre eccitazioni.
Era tardi di notte, e come tutte le notti avevo voglia di lui, una voglia profonda, insistente, che mi pervadeva tutta, ma non potevo permettermi di dar libero sfogo al mio impulso sessuale in quanto non ero sola in casa.
La relazione tra me e Stefano ci concedeva pochissimi attimi di contatto fisico e il desiderio di lui diventava un'ossessione... Ci desideravamo sfrenatamente, morbosamente. Quando corpo e mente reclamano parossisticamente il contatto, l'unione, ecco che il morso del desiderio ti attanaglia il baricentro e ti offusca la ragione.
Non potevamo vederci spesso, era un amore proibito e forse per questo ben più forte e sfrenato, cementato da un intenso erotismo che ci accomunava.
Eravamo come sempre lì inchiodati al computer e ci accarezzavamo con le parole, io cominciavo lentamente a galleggiare nella mia calda palude e lui mi raccontava la sua enorme eccitazione.
Ero ormai pronta a toccare il cielo con un dito, quando lui mi scrisse: " Sdraiati sul divano, metti la vibrazione al tuo cellulare, io ti chiamerò e lo farò suonare, tu non rispondere e mettitelo lì tra le cosce, voglio che tu vieni così. Solo quando verrai, apri il telefono e fammi sentire il tuo piacere!"
Rimasi stupita, interdetta, ma solo per poco, perchè iniziai rapidamente a eccitarmi della sua folle idea, non solo, ma la paura del ronzio che svegliasse chi era con me in casa, mi eccitava ancora di più...
Come un automa mi distesi sul divano, allargai mollemente le gambe e lo adagiai sul mio pube, piccolo e stretto, che già pulsava, iniziò subito a vibrare e io con lui, con insistenza, lunghissimo... quando la chiamata terminava subito ripartiva... ed era lui che vibrava su me, era lui, la sua volontà, la sua vibrazione, non era uno strumento!
Sudavo, ero bagnata, inclinavo sempre di più il telefono perche' sfiorasse dentro le mie labbra. Ero in estasi, in preda alla pazzia di un momento metafisico....
Stavo arrivando come un torrente in piena, ero al culmine e con voce soffocata, respirando a scatti, risposi al telefono per regalargli il mio orgasmo. Ansimavo e ridevo esplodendo in tutta la mia tensione...
Sentii la sua voce che diceva stupito, perchè ridi, amore mio?

5 commenti:

  1. ...confesso che la prima volta che l'ho letto, mi ha lasciata senza parole...poi ho provato ad immedesimarmi...da lì l'ispirazione ad un mio racconto...grazie

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  2. * fantasia davvero curiosa.. che denota una grande partecipazione...

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  3. tratti temi "impossibili e difficili" ma li tratti sempre molto bene!

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  4. Succede spesso, nel leggere racconti in generale, di trovare difficoltà nel pensare che tutto quello che viene scritto possa corrispondere a verità, io stesso, però... se tutto fosse reale, non solo questo racconto, sarebbe meraviglioso anche per il fatto di venire a conoscenza di un certo tipo di vissuto normalmente celato per ovvie ragioni.

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  5. cara bella micidiale una donna si riconosce

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