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giovedì 30 dicembre 2010

Ritorno di un Amore

Il mio pensier si fece atroce
allorché il desiderio alzò la sua voce
e il trepitio del fuoco acceso
il mio ardor fu ripreso

L'essenza della tua pelle
rimanda al ciel tutte le stelle
la sua assenza di cui tremo
il suo languor di ardire fremo

Pallida Luna del tempo perduto
di amor lontano appena vissuto
tornata da me in un solo istante
tremar ancora t'ho vista vibrante

Ora t'accosti dolcissima e lasciva
ed io ti osservo assorta e furtiva
mentre le mani la bocca ed il cuore
formano petali bagnati di un fiore

martedì 28 dicembre 2010

La magia e l'amore

Un appuntamento... no, L'APPUNTAMENTO!
Sabato sera di un dicembre molto, molto freddo,
la neve che minacciava di affacciarsi
stava iniziando a cadere con decisione
e che decisione!
Sì, aveva proprio deciso di intrappolarci
là, proprio dentro la mia auto
che piano piano divenne un alcova.
Il silenzio lentamente si fece quasi spettrale,
il terreno ovattato valorizzava, però, quel clima
che si scoprì improvvisamente magico,
sembrava di vivere in una fiaba romanzata.
Tu, tenera impaurita per quella sera trasgressiva
ti lasciavi cullare dalle mie braccia
e ti rassicuravo, ero sicuro di tutto, in quei momenti.

Ero certo che una situazione del genere
fosse veramente irripetibile
e sussurravo a me stesso che andava bene così,
era il momento, il luogo e il tempo giusto,
giusto per averti tutta e soltanto mia,
il tempo per essere totalmente tuo
e quell'andirivieni ne era la prova, la conferma.
Tu mi stavi cavalcando,
stavi domando il tuo stallone e te stessa,
preda, sì, delle tue passioni più sfrenate,
ma consapevole della realtà dei fatti.
Eterea ma tangibile, bambina però donna;
Uscivi esausta ad ogni mio colpo per poi riemergere
con un vigore sempre più rinnovato,
una tempesta travolgente si innescava.

Fuori la neve copriva tutto il nostro involucro protettivo,
il freddo pungente lo circondava,
ma al suo interno il fuoco divampava
e mai si spegneva
noi due, la magia e l'amore.


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lunedì 27 dicembre 2010

Possessione

Vuoi sentirti posseduta da me, bene, così sarà fatto;
ti prenderò con forza, ti strapperò tutto ciò che indossi,
strapperò le tue mutandine e, il tuo reggiseno,
sarà soltanto poltiglia tra le mie mani.

Completamente nuda sarai da me sul letto scaraventata,
legata mani e piedi ai suoi vertici;
qualcosa vieterà la luce di arrivare ai tuoi occhi,
non avrai il tempo di respirare.

Divaricherò le tue gambe e, in mezzo mi ci tufferò,
bocca e lingua percepirai tra il tuo cespuglio;
soffrirai con piacere,
godrai con sofferenza.

Quando poi sentirai il mio sesso nel tuo,
una mia mano ti terrà immobilizzata, stretta, sul collo
e l'altra si insinuerà sul tuo bel seno;
vorrai urlare ma non ne avrai la forza.

Sarai completamente alla mia mercé,
il tuo corpo tremerà dallo stupore,
l'emozione ti pervaderà tutta, corpo e anima
ed io ti possederò con tutti i miei sensi.


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Lettura breve

Lei leggeva ma la sua mente era altrove, era là in fondo all'orizzonte, sognante tra il crepuscolo e un'amore perduto tanto tempo fa, ma do cui l'aura era ancora ben presente.
Quel ricordo, quando arrivava prepotente, la invadeva completamente e anche adesso, che era così assorta in un bel prato, appoggiata ad una vecchia quercia, completamente sola, nel tardo pomeriggio di un'estate, si lasciava travolgere, come accadeva altre volte.
Una leggera brezza le sfiorava la pelle insieme all'erba che la circondava alta con il suo fruscio ed i suoi pensieri iniziavano a vagare, a librarsi nel tempo e a quando lui la guardava intensamente negli occhi, in quei suoi occhioni ricolmi di stupore di tutto ciò che le faceva provare dentro, nella sua mente ma anche nel suo corpo, quel corpo che adesso, inconsciamente, stava iniziando ad avere sensazioni strane, sensazioni conosciute ma sempre nuove...
Lentamente, poggiava il suo libro sul suo ventre e si lasciava andare fantasticando fervidamente, mentre le sue gambe iniziavano a scostarsi l'una dall'altra percependo piacevolmente la sua leggerissima veste ampia scivolare sulla pelle delle gambe risalendo un po' e la sua mano adagiarsi là dove sorge il sole d'oriente.
Un fremito improvviso la percuoteva, la faceva osare di più e quella mano si faceva coraggiosa di insinuarsi tra le sue mutandine che scostava decisa, per ritrovarsi con le dita subito pregne del proprio nettare e questo la faceva sobbalzare, la faceva ansimare; poi, con un movimento repentino, accostava quelle stesse dita alla bocca per assaporare quel piacere crescente, quindi riportarle ancora nel suo sesso che, intanto, iniziava a pulsare insistentemente, come invitarla a continuare, ad aumentare il ritmo del movimento delle sue dita che, andando a muoversi come pistoni di un motore, producevano un rumore di sciacquettio, cosa che la eccitava maggiormente mentre il suo bottoncino si gonfiava sempre di più, sempre di più... sempre di più.
Adesso che percepiva il piacere nella maniera più immensa e intensa, allungava le gambe, le stringeva e, stirandosi con tutta la forza, si lasciava pervadere da quell'orgasmo da tempo trattenuto e lì, si assopì.


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Sei tu

Sei tu... sì, proprio tu, con quella tua pelle bianca che contrasta con la mia così ambrata, come la chiami tu; sei tu che dai tutto di te solo per me, solo a me e che doni anima e corpo a me che sono innamorato follemente di te, di ciò che rappresenti nella mia storia di ragazzino, prima e di uomo, adesso.
Quando sei con me ti senti così emozionata, tremi quando ti spoglio, sussulti quando ti tocco, urli quando ti prendo...
Solo al pensiero che mi vedrai, che sarai baciata da me, che sarai amata completamente, dici che ti senti così tanto agitata dentro che istintivamente e copiosamente un fiume in piena senti straripare dalla parte più intima di te stessa e questo amplifica la mia voglia di te, il mio amore completo che sento di offrirti con tutto me stesso.


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paolopaol8