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lunedì 7 febbraio 2011

La carezza della mente



Lei si accarezzava la mente ogni sera e se la tristezza si impadroniva di lei o si insinuava sottilmente, ancor più forte era il bisogno di consolarsi. Era come se i dissapori, tutto ciò che veniva percepito come una sensazione negativa, avesse bisogno di un deterrente, di una medicina che lenisse subito il suo disagio... Non aveva la scorza della persona forte, equilibrata, non riusciva a metabolizzare il dolore. Lo affogava immediatamente e si anestetizzava. Si raccoglieva al buio della sua anima e della sua stanza e, dopo aver staccato la spina dal mondo che la circondava, affondava la sua mano sul suo pelo caldo e invitante. Quel contatto magicamente la rincuorava, era come se avesse accarezzato un peluche, qualcosa di tenero, infantile, delicato… Ne apprezzava la morbidezza e, via via, le sue dita incontravano il suo miele che fluiva dalle sue labbra turgide. Magica la sensazione, immediato il benessere, quando le dita, spingendosi dentro, incontravano il clitoride sfacciato che sbocciava prepotente e pulsante e a ogni movimento le regalava brividi di piacere che si susseguivano con ritmo crescente, continuo; ora galleggiava come nel mare, un mare che la cullava e la faceva sobbalzare mentre lo spasmo dei suoi muscoli contratti la proiettava in un vortice… La sua mano era l’archetto di un violino magico, uno Stradivari che emetteva note divine, melodiose, che solo lei aveva il privilegio di ascoltare… Ora, solo una cosa mancava, la sua bocca spalancata, scivolosa, in preda agli spasmi voleva riempirsi, quel cratere eruttava lapilli, lava, passione… e due dita finivano a riempire la sua voglia, muovendosi veloci ed energiche, non c’era spazio al pensiero, all’ideazione, alla fantasia, solo uno spasmo dal diaframma che emetteva un respiro forzato, trattenuto da un lungo, ritmato, selvaggio piacere; una sospensione mentale e fisica orchestrata dalla sua mano e dal suo vulcano.

4 commenti:

  1. Molto bello, la tristezza che si dissolve nella solitudine sessuale.

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  2. una descrizione,, minuta e carica di tutte le emozioni,, una comunicazione di indescrivibile efficacia...splendida cara

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  3. La carezza della mente, molto cerebrale come dovrebbe essere l'erotismo secondo me. Hai descritto la masturbazione finalmente non come un momento per raggiungere l'orgasmo fine a se stesso ma un momento per restare da soli con se stessi. Mi piace la frase "La sua mano era l'archetto di un violino magico....."
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